Grillo come Feltri ma tutti zitti

Il web ha memoria lunga. Utilizzarlo con bulimia può esporre a rischi seri. Quando meno lo si aspetta, argomenti e parole usate in un tempo non sospetto, possono ripresentarsi a mo’ di boomerang e smontare, nello spazio effimero di un attimo, una critica sulla quale magari si stanno capitalizzando insperate fortune mediatiche. L’antologia degli sbugiardamenti è lunghissima e trabocca di nomi pesanti: della politica, dello sport, del jet set.

Oggi a fare i conti col rimbalzo della rete sono Beppe Grillo e i suoi accoliti grillini. D’accordo, la coerenza non è il loro forte e, se c’è una cosa della quale proprio non gliene può fregar di meno, è perdere la faccia. Lo dimostra una sfilza di incredibili capriole su Tav, Tap, Mes, #MaicolPD e via dicendo.

Da qualche giorno le truppe del comico genovese, rilanciano le infelici parole di Vittorio Feltri, la nota firma del giornalismo italiano, sul conto di campani e meridionali. Per la verità l’ex direttore de ‘Il Giornale’ è preso di mira, a giusta ragione, da un fronte largo e variegato. Cecchini professionisti dello spessore di Maurizio De Giovanni, hanno imbracciato la tastiera a difesa dei vessilli partenopei e sudisti, tradendo anche il malcelato fine, il vero obiettivo delle loro invettive, di attribuire efficacia retroattiva all’endorsement con cui Meloni e Salvini,anni addietro, ipotizzavano una candidatura al Colle del giornalista bergamasco. Le schiere pentastellate non sono da meno. Hanno iscritto d’ufficio Feltri ai ranghi del partito di Salvini. Il leader della Lega ha voglia di affannarsi in queste ore il per marcare le distanze dal fumantino Direttore:vano esercizio.Di Maio e company, specialisti della giustizia sommaria, non ammettono ragioni e utilizzano, senza distinzioni, la medesima gogna per Feltri e per Salvini. La bocca si devono sciacquare prima di esprimere giudizi sui napoletani, ripetono come una litania, confidando nella brama di linciaggio della rete.

Poi però, come una cambiale dimenticata, spunta un video di Grillo in cui si afferma che i napoletani sono disonesti e che, per trovarne uno privo di questo requisito, occorre una modificazione genetica. Ed è in quel preciso istante che i grillini, che la faccia l’hanno perso da tempo, si accorgono di aver smarrito anche la parola…

MDL

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Redazione

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