Il M5S conferma il plurimputato DeScalzi all’Eni
Comincia a rivelarsi una gran fatica inanellare le perle d’incoerenza del Movimento 5 Stelle. E non per mancanza di materia prima ma, al contrario, per la sua sovrabbondanza. L’ultima gemma aggiunta allo scrigno delle meraviglie riguarda le nomine dei vertici di ENI, partecipata statale di fondamentale importanza strategica. Qui i cinquestelle hanno dato il loro disco verde alla conferma, nel ruolo di amministratore delegato, del manager Claudio Descalzi, barattandola con la presidenza della medesima azienda, finita alla docente di diritto Lucia Calvosa, consigliere di amministrazione del giornale di Travaglio. Poco male. A parte un leggerissimo, termine da intendersi quale mero eufemismo, conflitto d’interesse che fa vacillare la rigida morale del quotidiano stesso;e la sorprendente dimestichezza di Di Maio, Fraccaro e Crimi, a trattare secondo un formulario da prima repubblica, la cui feroce contestazione, ha fatto per anni da tratto distintivo del Movimento. Ma l’ aspetto più incredibile della vicenda è un altro.Ed emerge dal certificato dei carichi pendenti di Descalzi, zeppo di capi d’imputazione.R oba che avrebbe suggerito prudenza anche ai più sfrenati assertori della cultura garantista e che, tuttavia, non è risciuta neppure a scuotere di striscio la tradizionalmente forcaiola pattuglia grillina, evidentemente troppo impegnata a mercanteggiare per lasciarsi distrarre dalle esigenze di tutela dei “marchi di fabbrica”. Anche perchè sicura di poter armeggiare indisturbata, al riparo dalle scomuniche degli inquisitori più spietati, ritrovatisi d’emblèe orfani della parola. Prova ne sia il silenzio che sul punto mantiene in questi giorni Andrea Scanzi, il Torquemada che si piace tanto in forza al Fatto. Il quasi omonimo del manager Eni, sempre pronto a dare innesco al suo ormai leggendario turpiloquio per fustigare malcostume e giravolte, si mostra con i ricettori spenti .E preferisce fingere di non sapere che per un lasso lungo di tempo la furia giustizialista a cinquestelle si è violentemente abbattuta proprio su Descalzi, bersaglio sistematicamente imbroccato dalle più indicibili contumelie della prima linea del Movimento.
La prova? Un video di repertorio proprio del giornale di Marco Travaglio, che La Rampa allega a quest’articolo ed in cui si può apprezzare l’idea che esponenti graduati come Taverna e Di Battista avessero dell’A.D. di ENI. Altri tempi, acqua passata. Oggi è….tutta un’altra storia, che ci racconta di un Movimento che inzuppa e di uno Scanzi che la lingua, un tempo caustica e biforcuta, oggi la usa solo per leccarsi.. i baffi: affare Fatto..!
M.D.L.