M5S, ora la scatoletta di tonno

A voler azzardare un paragone, possiamo accostare il Movimento Cinque Stelle di oggi alla Beirut degli anni ottanta. La creatura di Grillo è infatti non meno dilaniata di quanto non lo fosse la città araba affacciata sulle rive del Mediterraneo orientale nel periodo della cruenta guerra civile che la travolse. Solo che mentre a Beirut si combatteva per motivi religiosi,per discutibili che fossero, all’interno dell’odierno schieramento pentastellato gruppi, sottogruppi, bande più o meno armate e singoli campioni dell’individualismo, lottano da mesi senza esclusione di colpi per una ragione decisamente meno nobile:l’accaparramento della poltrona!

Il che fa abbastanza impressione, sol che si riavvolga il nastro della parabola grillina, tornando agli anni ruggenti dei suoi esordi. Ovvero al tempo in cui apostoli del calibro di Luigi Di Maio, Alex Di Battista, Barbara Lezzi, Nicola Morra, Manlio Di Stefano, Vito Crimi e Danilo Toninelli, giusto per citare i nomi pesanti dell’aristocrazia cinquestelle, attraversavano lo stivale in lungo e in largo per diffondere il loro verbo di condanna di ogni rituale tipico della pratica politica tradizionale.Guai a citare roba come cursus honorum, o a parlare di spartizioni di cariche e incarichi, di manuale Cencelli, segreterie di partito, indennità e via dicendo: immediato scattava l’anatema. E a stretto giro immancabile arrivava la messa al rogo a cura del Savonarola di famiglia: il Fatto Quotidiano. Di poche ma efficaci locuzioni constava la Bibbia grillina.Vere e proprie parole d’ordine. Tra le quali, per esempio, “diretta streaming”, in omaggio alle avvertite esigenze di trasparenza.Oppure la più gettonata “Taglio degli stipendi”. E qualche metafora: “Apriremo il parlamento come una scatoletta di tonno”. Cittadini, si definivano cittadini. Tanto per marcare la loro vicinanza a quel popolo degli abissi che mai,dicevano,prima del loro avvento sulla scena politica, aveva trovato voce e ascolto nelle stanze del palazzo. Insomma,nessuno degli ingredienti tipici delle storie che traslano in leggenda sembrava mancare. Ed i tanti,tantissimi,soprattutto nel malandato sud, avevano creduto che finalmente si fosse agli albori di una rivoluzione epocale.Che però,iniziata per strada, come nella peggiore delle degenerazioni,è finita a tavola. Attorno alla quale,tuttavia, i posti a sedere si sono rivelati addirittura inversamente proporzionali alla fame dei grillini, pochi. E così per un Di Maio che piazza i compagni di scuola nella partecipata Leonardo, con tanto di stipendio d’oro, c’è una Lezzi che lo prende a male parole perché rimasta a bocca asciutta. Basiti si assiste poi alla singolare esperienza di uno dei più agguerriti iconoclasti del malcostume, Michele Giarruso. Il senatore siciliano, per non aver restituito nulla del suo stipendio, si è beccato una bella espulsione in compagnia del collega Acunzo, il quale però accusa i vertici del Movimento di esecrabili opacità nella gestione dei fondi,tirando in ballo la Casaleggi&associati. Di Battista invece ha preso ad insolentire pubblicamente il reggente Vito Crimi, reo, a suo dire, di essersi assiso nottetempo e, guarda caso, senza diretta streaming, col PD (e con la straordinaria partecipazione del sottosegretario Fraccaro), a spartirsi,secondo schemi squisitamente democristiani, i posti disponibili nelle aziende di Stato.Cedendo,peraltro, sul nome del plurindagato Descanzi, confermatissimo tra le apicalità di Eni: quisqulia che non è un fatto per il Fatto,che pertanto non ne parla.Tutto questo mentre, tra task force e comitati anticovid, in barba ai propugnati “tagli” della prima ora,si è arrivati a ben 500 nomine, cui vanno aggiunti portaborse e collaboratori vari,ovviamente profumatamente remunerati. L’impressione è che non sia finita qui.Già.È di stamattina infatti la proposta di Nicola Morra, il sempre ridente Presidente della Commissione Antimafia:ci vuole una task force anche per combattere la mafia, ha detto.Certo.E magari pure un’altra per la Camorra. Dopodiché, con un appetito così, non c’è dubbio che si metterà finalmente mano pure alla scatoletta di tonno. Figurarsi se la lasciano indietro.

M.D.L.

Redazione

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