Abilitazione avvocati, Lonardo: “Governo non si faccia trascinare in tribunale dai praticanti avvocati”

“L’art. 240-quater del DL Rilancio non solo non raccoglie le preoccupazioni di molti aspiranti avvocati che hanno sostenuto la prova scritta nello scorso dicembre, ma non fa altro che investire le sottocommissioni di poteri discrezionali e oneri che non gli competono con una norma lacunosa e imprecisa. Ancora una volta il Governo ha deciso di non decidere, limitandosi ad utilizzare formule di stile e fantasia giuridica. Saranno, infatti, le singole sottocommissioni a disporre le modalità telematiche con le quali effettuare il collegamento a distanza e a dettare le disposizioni organizzative volte a garantire la trasparenza, la collegialità, la correttezza e la riservatezza delle sedute. Si tratta di mere facoltà poste in capo alle singole sottocommissioni che, oltre a costituire una deroga peggiorativa alla disciplina di settore, non fanno altro che alimentare l’incertezza dell’azione dei commissari, prolungando ulteriormente i tempi di correzione e vanificando gli sforzi e i sacrifici di 25mila giovani laureati italiani”. Lo dichiara la Sen. di Forza Italia, Sandra Lonardo.

“A conti fatti, nessun candidato della sessione 2019 otterrà l’abilitazione nell’anno 2020 ed anzi, a fronte di detta norma, tutti gli aspiranti avvocati d’Italia dovranno sostenere senza alcun dubbio nuovamente l’esame scritto nel mese di dicembre prossimo venturo, con forti dubbi se ciò possa avvenire a causa di una possibile recrudescenza del virus. Infine, i temi sopra analizzati non si conciliano con la gestione unitaria di un esame nazionale: i risultati degli scritti, non essendo stabilito alcun termine, arriveranno scaglionati nel tempo, ancora una volta solo in base alle scelte discrezionali delle singole sottocommissioni che difficilmente riusciranno a coordinarsi in maniera proficua. Non vorrei, che la “toppa” si rivelasse peggiore del “buco”. Si è deciso di non decidere… i praticanti avvocati, stanno assistendo alla più atroce delle discriminazioni… ricordo a me stessa, e poi al Governo, che siamo in presenza di una abilitazione alla professione, non ad una procedura concorsuale… se per tutte le altre professioni è stata consentita la sola prova orale, davvero non comprendo perché per i praticanti avvocati, questo non sia stato possibile. E non si comprende perché i praticanti avvocati siano stati inseriti nello stesso articolo in cui si parla di concorsi pubblici per Magistrati e Notai… Sicuramente assisteremo a diversi ricorsi, rallentando ancora di più il già travagliato iter per giungere all’agognata abilitazione”.

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Redazione

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