Aorn Caserta, contratti OSS ancora al palo: nuova protesta in Prefettura
“Se non saremo contattati al più presto siamo pronti a gesti estremi”. E’ la dichiarazione forte di una degli Oss interinali dell’azienda Ospedaliera di Caserta, Rosa Della Ventura, nel corso dell’ennesima manifestazione di protesta dinanzi alla Prefettura di Caserta in cui insieme ai suoi colleghi lancia un nuovo appello ad essere ricevuti a Napoli, in Regione Campania.
I circa 80 operatori Socio Sanitari dell’Aorn di Caserta continuano a farsi sentire perché gli venga riconosciuto non solo un ruolo necessario all’interno di questa emergenza, ma affinché tutto l’impegno di questi mesi sia premiato con un contratto vero, con il sacrosanto diritto a mantenere il proprio posto di lavoro.
Necessari gli Oss a mantenere i livelli di assistenza essenziali anche in questa emergenza, in prima linea, talvolta senza nemmeno essere adeguatamente protetti, e ancora senza certezze sulla continuità professionale del proprio impegno, con una proroga, chiamiamola pure misera, al 30 giugno 2020.
Rosa Della Ventura, è una di loro, degli ottanta OSS precari che lavorano da oltre dieci anni presso l’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano.
“Siamo stati ricevuti, una delegazione di tre persone si è fatta portavoce della richiesta di un nuovo incontro in Regione. Purtroppo siamo sempre noi, gli interinali di Caserta esclusi ed abbandonati soprattutto dai politici di maggioranza dalla Regione, la cui colpa al momento è quella di aver dato indicazioni allo scorrimento di graduatoria per i concorsi indetti dai singoli ospedali di Napoli, offrendo così la possibilità agli idonei e vincitori di denunciare, bloccando gli avvisi e i concorsi nel nostro territorio.
Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo, è inammissibile ed inumano non darci la possibilità almeno di un riscatto concorsuale, dopo oltre vent’anni di lavoro, con una scadenza professionale a giugno ed una scadenza di proroga della Agenzia Manpower a settembre. Il rischio di licenziamento è sempre più incombente ormai.
Non sappiamo fino a quando ci sfrutteranno, viviamo con una spada di Damocle sospesa sulle nostre teste, sempre in attesa del provvedimento definitivo. In Prefettura siamo stati ascoltati, nuovamente, la nostra richiesta è quella di essere ricevuti a Napoli, alla Regione. Ci siamo salutati con la promessa di una telefonata a stretto giro di posta, ma stavolta non attenderemo oltre, se questa chiamata non arriva siamo pronti anche a gesti estremi“.