Carinaro. Variante Marican, PD: “Parliamone in un consiglio comunale aperto e facciamo chiarezza definitivamente!”
“Dopo appena un anno dall’insediamento di questa amministrazione comunale, la carenza del progetto politico su cui fondava è già sotto gli occhi di tutti. D’altronde sono gli stessi esponenti della maggioranza ad affermare che la stessa si costituiva su un insieme eterogeneo di forze che nulla condividevano fra loro se non il comune avversario. Infatti è stato, non uno qualunque, ma addirittura il capogruppo di maggioranza a dichiarare, nel dimettersi, che forse le condizioni mancassero dall’inizio. Ordunque, ci sembra di capire che ad indurre alle dimissioni il Masi, non sia stato soltanto la mancata acquisizione di un parere pro veritate sull’affare Marican ma la consapevolezza che una volta trovatisi a governare, o meglio a sgovernare il paese, gli obiettivi erano completamente divergenti. Perché si sa, mettersi tutti insieme per vincere è semplice; tutt’altra cosa è amministrare quando alla base non c’è un solido progetto politico. Difatti, la stessa vicenda Marican è esemplificativa di una totale assenza di strategia in merito, da parte della maggioranza”. Così il gruppo consiliare di opposizione PD.
“Ricordiamo alla cittadinanza che in uno dei primi consigli comunali questa opposizione chiese unitamente alla revoca della variante al PUC deliberata dal commissario prefettizio riguardanti, appunto, i 250mila mq oggetto di concessione alla Marican, un consiglio comunale aperto sulla questione. Da allora, e solo su questo ha ragione Stefano Masi, nulla è stato fatto. A quell’epoca ci fu risposto che si era in attesa di un parere pro veritate, per valutare l’eventuale revoca. Parere ad oggi mai pervenuto. Sulla questione, sindaco e vicesindaco parlano di un’inchiesta della magistratura ordinaria e di un ricorso al TAR, come se la politica per governare i processi, con tutto il rispetto della funzione giurisdizionale, dovesse rimanere in attesa delle decisioni degli organi giudicanti. Oltretutto, proprio in merito al ricorso al TAR non ci risulta che il comune si sia mai costituito in giudizio. Eppure è stato impugnato un atto che, benché posto in essere dal commissario prefettizio, è comunque riconducibile al comune di Carinaro, e gli effetti della sentenza andranno comunque a ricadere sull’ente. Quindi, non si comprende: se la volontà è quella di tenere in piedi la variante al PUC perché non la si difende? O in alternativa: se è quella di revocarla perché non si procede in tal senso notiziandone anche il tribunale amministrativo? Il problema, come già detto, è che l’amministrazione non sapendo assolutamente cosa fare, o peggio ancora non potendo fare alcunché, decide di non fare assolutamente nulla poiché tutti sappiamo che la Marican ha sostenuto, in modo determinante, “Carinaro Rinasce” alle ultime elezioni amministrative, contribuendone in ottima parte alla vittoria.Tuttavia in data 29/05/2020, (cioè ieri l’altro), sempre in ritardo, attesi i termini dell’art.14 della convenzione, con un provvedimento dirigenziale si arriva al diniego del permesso a costruire e alla presa d’atto della decadenza della stessa. Ma ciò sarà bastevole per determinare la revoca definitiva della variante? E se così fosse, ha ancora senso ottenere un parere pro veritate sprecando risorse finanziarie? Allora ci chiediamo: Perchè questa amministrazione non ha mai accettato la proposta dell’opposizione in merito ad un consiglio comunale aperto sulla revoca della variante? Perché l’amministrazione rifiuta il confronto utile per spiegare finalmente alla città che cosa è accaduto e che cosa sta accadendo? Beh, noi una risposta ce la siamo dati: l’amministrazione ha le mani legate. Sì, perché basti pensare che il vicesindaco Moretti, all’epoca dei fatti dipendente della Marican, rappresenta l’espressione più viva dell’alleanza con la stessa. Difatti, caro vicesindaco, non basta affermare di non essere servo di nessuno ma bisogna dimostrare con i fatti quello che si asserisce. Ma non è l’unico: in verità tutta l’amministrazione, Masi compreso, in piena scienza e coscienza, hanno siglato la fratellanza elettorale. In tutta sincerità abbiamo atteso tre settimane dalle dimissioni del capogruppo di maggioranza per intervenire sulla questione, perché attendevamo di vedere quali sarebbero state le reazioni della maggioranza. E non sono state affatto diverse da quelle che ci aspettavamo. Una maggioranza che a fronte di accuse politiche di scarsa collaborazione,di incapacità di attuare una svolta politica, di immobilismo, non è stata capace di fare altro che nascondersi dietro affermazioni di principio senza alcuna difesa del progetto amministrativo che avrebbe dovuto perseguire. Eppure “Carinaro rinasce” aveva propagandato dai palchi la fine dell’autoritarismo del potere dei burocrati, la condivisione popolare della scelte. Invece,oggi,assistiamo alla cacciata dalla maggioranza di un consigliere- e lo ribadiamo, non uno qualunque ma addirittura il capogruppo- senza che ciò avvenisse mediante un serio percorso di partecipazione democratica dove i cittadini fossero adeguatamente informati di ciò che stava avvenendo. Al cospetto vogliamo ricordare che nello scorso mandato, dove si accusava l’ex sindaco di autoritarismo, di scarsa propensione al dialogo, mai si è assistito a simili atteggiamenti. Dunque ci viene il dubbio che la maggior colpa di Stefano Masi sia stata quella di mettere in discussione le attività di uno dei maggiori sponsor di questa maggioranza. Alla luce di tutto ciò tanti però, cari cittadini, sono ancora gli interrogativi che ci poniamo e per i quali stentiamo a trovare risposte. E se provassimo a ragionare insieme? Iniziamo: se Marican è di fatto un alleato di questa amministrazione, e Masi ne era a conoscenza fin dall’atto della costituzione del sodalizio, come tutti gli altri del resto, a partire dal candidato sindaco stringitore per eccellenza dei patti elettorali, perché il Masi decide di farne parte per poi all’indomani della vittoria mettere in discussione questa fratellanza? Se Annamaria dell’Aprovitola, ex sindaco, era a conoscenza e di fatto operato per la realizzazione della variante al PUC, come gli stessi Affinito e Masi gridavano dai palchi durante la campagna elettorale, perché Marican ha sostenuto la lista “Carinaro Rinasce” e non quella “Carinaro nel cuore”? Troppi conti non tornano. Parliamone in un consiglio comunale aperto e facciamo chiarezza definitivamente!”.