DL Scuola, Lonardo: “Necessaria modifica esame abilitazione alla professione forense”
“L’emergenza Coronavirus, che ha inevitabilmente paralizzato lo svolgimento degli esami di abilitazione alla professione di avvocato, rendendo di fatto impossibile il completamento degli orali della sessione 2018, la correzione delle prove scritte della sessione 2019, e mettendo un’ipoteca sullo svolgimento delle prove scritte della sessione 2020, il cui bando, di norma, dovrebbe uscire nel mese di giugno, ha posto nuove problematiche in relazione agli Esami di Stato per l’abilitazione professionale, confermando l’inadeguatezza del sistema attualmente in vigore. Una riforma radicale dell’esame di abilitazione alla professione forense è ormai un’esigenza ineludibile, avvertita e condivisa da tutti gli operatori del settore, sebbene vi siano molte opinioni diverse sulle modalità e sui termini di attuazione”. Lo dichiara la Sen. di Forza Italia, Sandra Lonardo.
“Io ho presentato un emendamento al Decreto Scuola in discussione al Senato, affinché possano essere abilitati all’esercizio della professione forense tutti i candidati che hanno conseguito la laurea in giurisprudenza, concluso il periodo di tirocinio con il rilascio del relativo certificato di compiuta pratica e che hanno superato la prova scritta sostenuta nella sessione 2018, restando ora in attesa di svolgere la prova orale, nonché tutti i candidati che hanno sostenuto gli scritti nell’anno 2019. Mi auguro che tale emendamento, che consentirebbe, peraltro, limitatamente alla sola sessione dell’anno 2020, di abilitare all’esercizio della professione forense tutti i praticanti avvocato che alla data del 30.11.2020 hanno ultimato la pratica e che l’abbiano iniziata nei 24 mesi precedenti, possa trovare accoglimento. Oggi più che mai, è assolutamente necessario invertire la rotta, modificando una procedura barocca, inefficiente ed inefficace… ecco perché ho presentato, insieme alla collega di Forza Italia, Sen. Gabriella Giammanco, una proposta di legge che va in questa direzione, per superare un metodo che non garantisce un accesso alla professione dei giovani giuristi al mondo del lavoro, né meritocratico, né rapido. E faccio un appello affinché possa essere discusso in Aula quanto prima”.