Statuto dei Lavoratori, Ronghi: “50 anni e li dimostra tutti”
“Oramai il vecchio “Statuto dei Lavoratori” è stato depredato dei suoi punti di forza a seguito del Jobs Act e dell’abolizione dell’articolo 18, che era il baluardo contro i licenziamenti facili e pretestuosi, gravi sconfitte per i diritti dei lavoratori che sono passate nel silenzio se non nella connivenza da parte di taluni sindacati. Oggi, a 50 anni dalla approvazione della Legge 300 e alla luce della drammatica esperienza dell’emergenza coronavirus, bisogna andare oltre e restituire centralità al valore del lavoro”. È quanto ha affermato il Segretario Generale della CNAL, Salvatore Ronghi, a conclusione della riunione della Segreteria Confederale.
“Così come è oggi, lo Statuto dei Lavoratori non regge la sfida con gli attuali e futuri scenari socio economici” – ha sottolineato Ronghi – per il quale “bisogna costruire una nuova legge che diventi “Lo Statuto dei Lavori” a salvaguardia del lavoro e dei lavoratori e a sostegno di un progetto di sviluppo e di crescita dell’Italia che si fondi sul diritto e sulla dignità del lavoro”.
“Altro aspetto fondamentale – ha concluso Ronghi- è l’attuazione degli articoli 39 e 46 della Costituzione per applicare il principio della trasparenza nei sindacati e nelle Associazioni Datoriali e la Partecipazione e la Cogestione delle imprese per un nuovo modello del lavoro che superi la lotta di classe. Questa sfida può essere raccolta solo da un nuovo modello sindacale, quello dei lavoratori e non dei sindacalisti. Per questo, la CNAL, da lunedì, lancerà la raccolta delle firme per una petizione popolare”.