Avellino. Cappi e trappole per gli animali selvatici: terzo caso in un mese

Una grande trappola elettrosaldata per catturare cinghiali e due cappi in filo metallico da destinare sempre agli ungulati selvatici. Questo quanto scoperto dai Carabinieri Forestali in un bosco nei pressi di Taurano. Il CABS, l’associazione di volontari esperti in antibracconaggio, sottolinea che si tratta del terzo caso in un mese in tema di violazione della legge sulla caccia nel territorio provinciale. I precedenti, infatti, si sono verificati nei pressi di Lauro, ove quattro persone sono state accusate dal locale Commissariato di P.S. di andare a caccia del cinghiale in violazione dell’ordinanza sul Covid 19, mentre a Cervinara i Carabinieri hanno rinvenuto un richiamo elettroacustico destinato alla caccia illegale dei migratori.

“Nonostante il perdurare del bracconaggio – ha affermato il CABS – in Campania come nelle altre regioni italiane, il Governo italiano fa finta di non vedere l’emergenza”.

L’Italia, infatti, ha recentemente convinto le autorità europee ad archiviare il fascicolo EU-Pilot con il quale Bruxelles aveva avvisato il nostro paese di non fare rispettare le disposizioni internazionali in tema di protezione della fauna selvatica. Di fatto si trattava di un atto propedeutico alla procedura d’infrazione.

“Due Aquile reali uccise rispettivamente nelle Marche e nella provincia di Bolzano, quest’ultima mentre covava nel nido, tre lupi impallinati, uno per ogni Parco Nazionale calabrese, per non parlare degli innumerevoli altri atti di grave bracconaggio – ha aggiunto il CABS – non devono evidentemente impensierire chi dovrebbe tutelare gli animali selvatici”.

Il CABS si chiede dove è finita la proposta contenuta nel Piano nazionale antibracconaggio, quello cioè con il quale l’Italia ha ammansito l’intervento Europeo, che prevedeva l’introduzione dei più potenti reati delitti al posto dei deboli reati di contravvenzione che ad oggi sono contenuti nella legge di settore.

“Se il fucile ammazza lupi ed Aquile reali – ha specificato il CABS – il reato previsto è una semplice contravvenzione che non fa paura a nessuno. Se invece una rosa di pallini, sparata da mano criminale, uccide un cane la legge, giustamente, punisce con un reato delitto che si rende responsabile del grave gesto. Assicuriamo però – ha concluso il CABS – che entrambi gli animali muoiono dolorosamente”.

Ad oggi in Italia le sanzioni previste contro i bracconieri sono vecchie di 28 anni e tutte di reati di esclusiva natura contravvenzionale.

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Redazione

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