Aversa. Portato via di forza dall’aula consiliare: il direttore Lettieri spiega come sono andati i fatti

“Avrei voluto soprassedere all’episodio davvero increscioso e mortificante capitatomi l’altro giorno in Consiglio Comunale, ma in considerazione e a rispetto dei tantissimi attestati di stima e solidarietà ricevuti, compreso quello del presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli, e soprattutto per far comprendere meglio l’intera vicenda, con i suoi pregressi e i suoi risvolti, credo sia doveroso fare le opportune considerazioni”. Inizia così il racconto di Giuseppe Lettieri, Direttore Responsabile del quindicinale Nerosubianco che nei giorni scorsi è stato vittima di un increscioso episodio durante il consiglio comunale sul mercato ortofrutticolo.

I”l giorno 23 Giugno 2020, presso l’aula consiliare del Comune di Aversa, si è tenuto un Consiglio Comunale aperto al Pubblico (ciò significa che anche i cittadini, rispetto ad un consiglio comunale ordinario, possono prender parola ed intervenire al dibattito) sulla delicata vicenda del Mercato Ortofrutticolo, chiuso ormai dal lontano ottobre, con centinaia di famiglie rimaste senza lavoro e sostegno economico. Il Consiglio Comunale era stato convocato dal Presidente del civico consesso, con pubblico manifesto, in cui come chiaramente si legge dallo stesso, venivano poste alcune limitazioni (ovviamente già sarebbe un controsenso tutto ciò trattandosi di un consiglio comunale aperto)dovute al rispetto delle normative sulla sicurezza per contrastare la diffusione del contagio da Covid 19. Soltanto quindici posti riservati ai cittadini, e di questi, dieci da assegnare agli operatori del mercato ortofrutticolo. Non avendo letto nessun riferimento a limitazioni esplicite per i giornalisti e la stampa, credevo, con grande ingenuità, che per la stampa non ci fosse alcun tipo di limitazione, anche in considerazione che i giornalisti svolgono un servizio alla collettività e certamente non vanno ai consigli comunali per diletto ma per lavoro! Premesso ciò, mi sono recato in aula e mi sono seduto tranquillamente, rispettando tutte le disposizioni previste, come il distanziamento sociale e la mascherina (il tutto chiaramente visibile anche dalla diretta streaming della seduta). Dopo un poco, ho visto che ero stato notato dal presidente del consiglio comunale, che appariva molto inquieto guardando verso di me. Infatti lo stesso allertava il comandante della polizia municipale che subito inviava un vigile per chiedermi se ero prenotato o meno. Facendo notare che sul manifesto non c’era nessuna restrizione manifesta verso la stampa, e che ero lì per svolgere un servizio alla collettività, lo stesso vigile (riscontrato che ero il direttore responsabile di una testata giornalistica e constatato che inoltre non vi era alcun problematica di assembramento in quanto le persone più vicine al sottoscritto distavano oltre i due metri) facendo prevalere il buon senso e la logica, soprassedeva. Passavano alcuni minuti e l’inquieto presidente del Consiglio Comunale si accorgeva che ero ancora lì. A quel punto con un gesto plateale colto anche da me e da alcuni astanti, chiedeva direttamente al comandante Guarino di allontanarmi. E così il comandante dei vigili, usciva dagli scranni del consiglio e veniva tra il pubblico, invitandomi cortesemente a lasciare immediatamente la sala. A quel punto andando via, ho alzato la voce, ma solo per farmi sentire (del resto pure alzando la voce nello streaming la stessa è silenziata e si sente poco) dicendo al presidente del Consiglio che bisogna rispettare la stampa, che il consiglio comunale e il Comune sono la casa di tutti i cittadini e non casa sua, e che lui non può gestire l’assise come tale, sottolineando il fatto che nessuna normativa di sicurezza era violata e che la sua ovviamente era, per i numerosi pregressi passati, una presa di posizione solo ed esclusivamente nei miei confronti. In quel momento faccio presente che in sala era presente oltre me soltanto un altro giornalista, che per solidarietà è venuto via con me. Inoltre due operatori del mercato mi hanno chiesto se andando via loro potevo restare io, ma a quel punto il presidente, sempre più inquieto, addirittura invitava i Baschi Verdi a condurmi fuori, anche se in quel momento ero già vicino alla soglia d’uscita, come fossi stato il peggiore dei delinquenti. Dopo che sono andato via prima il sindaco e poi ancor più il presidente del Consiglio comunale, hanno stigmatizzato il fatto che io avessi mancato di rispetto all’Aula Consiliare. A prescindere che ho invocato trasparenza e chiarezza nella Res Publica, ho detto solo che l’accanimento verso di me del presidente e soprattutto il fatto di non aver riservato alcun posto alla stampa (e non al sottoscritto sia chiaro!) era motivo di loro vergogna e che il presidente non poteva operare come un dittatore. Il presidente del Consiglio Comunale inoltre mi definiva, nel suo intervento quando io ormai non c’ero più, urlatore di piazza. Ebbene si, caro presidente, con tutto il rispetto del ruolo che lei pro tempore incarna, io urlerò sempre, affinché non si mortifichi la nostra Costituzione ed i diritti dei cittadini ad esser informati. C’è un passaggio dell’art. 21 della Costituzione italiana che dice “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” che io difenderò sempre in ogni sede e luogo a gran voce. Quindi che lo stesso mi abbia definito come un cittadino non rispettoso delle regole che si ritiene al disopra delle stesse, faccio notare che un giornalista viene solo ed esclusivamente in Consiglio Comunale per svolgere un lavoro che nel contempo è un servizio affinché tutti possano esser informati, ed è compito delle Istituzioni garantire la presenza dei giornalisti. Per questo invito il presidente a stare più tranquillo e nel prosieguo a riservare sempre e comunque posti non a Giuseppe Lettieri, ma alla stampa, perché non c’è normativa anti Covid 19 che tenga se si escludono di fatto gli operatori dell’informazione. Infine, ed anche questo lo voglio dire, avendone la prova, che per quel consiglio comunale alcuni giornalisti ma solo alcuni sono stati invitati a prenotarsi. E questa non è certo trasparenza poiché non è il politico o l’Istituzione che decide chi invitare o meno agli eventi pubblici e alle conferenze stampa. Da ormai trent’anni seguo il Consiglio Comunale e le conferenze stampa cittadine, e sono sempre stato, quando possibile, presente, perché tutti venivano invitati a partecipare. Invece da alcuni mesi non vengo quasi mai invitato, forse avranno smarrito il mio indirizzo email e i miei contatti telefonici. E come diceva qualcuno, a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina. Speriamo che in futuro tutto ciò non accada più!”.

Redazione

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