Carcere SMCV. Vargas: “Prestigio di un corpo e dignità di una divisa messi alla gogna”
“È vergognoso quanto accaduto nella mattinata odierna presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere ove, alla presenza di esponenti della magistratura, presumibilmente due PM, alcune unità dei carabinieri hanno proceduto all’identificazione, tramite l’esibizione di documento di identità, del personale di polizia penitenziaria che faceva accesso in istituto. Il tutto è accaduto al bock house, senza alcuna garanzia per la privacy e con una platealità degna dei peggiori sceneggiatori, se si pensa che a quell’ora erano presenti in loco anche i familiari dei detenuti da ammettere a colloquio. Pare che il tutto sia da ricondurre al filone di indagini per presunte violenze accadute qualche tempo fa”. Così in una nota il Segretario Generale SiNaPpe Dott. Roberto Santini.
“Lungi dal voler entrare nel merito delle indagini tese certamente all’accertamento della verità, quello che si contesta con ferma convinzione è la metodologia utilizzata, capace di gettare fango su un intero Corpo di Polizia. La carenza di ortodossia caratterizza indiscutibilmente l’evento in questione, tracciando un quadro di generale criminalizzazione degli operatori penitenziari di Santa Maria Capua Vetere. La platealità dell’operazione, che avrebbe eventualmente portato agli stessi risultati anche se condotta con discrezione all’interno di Uffici e lontano da occhi indiscreti, magari con il coinvolgimento dei nuclei investigativi della Polizia Penitenziaria, consegna alla memoria il più eclatante caso di delegittimazione di un intero Corpo di Polizia; il tutto nell’assoluto silenzio dei Vertici della nostra Amministrazione. L’indignazione di chi scrive rispecchia fedelmente quella del personale estraneo ai fatti di indagine ma umiliato da una procedura che non ha pari nella storia. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha il preciso dovere di intervenire a tutela dell’immagine del Corpo, per il rispetto del decoro e dell’onestà della stragrande maggioranza del personale in divisa che oggi si è visto esposto all’umiliazione come conseguenza delle responsabilità personali (ancora tutte da accertare) di una irrisoria minoranza. Non possono essere tollerate siffatte situazioni! Per i motivi innanzi tracciati, si voglia far comprendere, con riscontro immediato, quali iniziative saranno intraprese a tutela e ristoro del personale di polizia penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere”.
30 Istituti penitenziari distrutti dai rivoltosi rimasti impuniti, 40 milioni di euro di danni causati; e vengono indagati 44 servitori di Stato.
Questo pomeriggio, verso le 16, dopo i gravi fatti avvenuti questa mattina davanti al carcere di Santa Maria Capua Vetere, il senatore Salvini ha fatto visita ai poliziotti sammaritani portando loro la sua vicinanza e solidarietà per le modalità con cui, questa mattina, sono stati notificati gli avvisi di garanzia a 44 poliziotti penitenziari, nel piazzale antistante il carcere, mentre si stavano recando in servizio davanti ai familiari dei detenuti lì presenti per i colloqui.
Il senatore del Carroccio è stato accolto da una delegazione del Si. N.A.P.Pe, il Sindacato Nazionale Autonomo della Polizia Penitenziaria, composta dal Segretario Nazionale, Luigi Vargas, e dal Segretario Regionale, Pasquale Gallo.
Questo il loro commento su quanto accaduto: “Il prestigio di un corpo e la dignità di una divisa messi alla gogna per un atto che avrebbe richiesto sicuramente maggiore riservatezza. Sono ancora vividi nei nostri ricordi i giorni in cui 30 istituti penitenziari sono stati distrutti da detenuti rivoltosi rimasti impuniti, 40 milioni di euro di danni causati, ma vengono indagati 44 servitori dello Stato per aver fatto il loro dovere e per aver fronteggiato una rivolta che poteva avere conseguenze ben più gravi. Questo non è tollerabile. Se è legittimo che la giustizia faccia il suo corso, non possiamo accettare la spettacolarizzazione di un atto di notifica che deve garantire, innanzitutto, il rispetto della dignità e del diritto alla riservatezza. Abbiamo chiesto al Senatore Salvini di rappresentare nelle opportune sedi politiche questo scempio, dove le vittime sono state trasformate in carnefici, trattate come comuni delinquenti, sulla strada, davanti ai familiari dei carcerati. Un governo, dimostratosi incapace di gestire l’emergenza che scarcera i boss mafiosi e indaga i poliziotti che hanno impedito il collasso del sistema, non è degno di un paese civile.”