Economia, Frattasi: “Al Sud occore una banca pubblica per avviare nuovo modello di sviluppo”

“La storia del Mezzogiorno è stata, dalla ricostruzione sino agli anni Novanta del secolo scorso, fortemente intrecciata a quella del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia, due istituti di credito di diritto pubblico che hanno contribuito significativamente alla crescita economica delle regioni meridionali. Da lungo tempo ormai, con i processi di privatizzazione, i principali attori creditizi  pubblici sono spariti dallo scenario sociale ed economico del Sud, assorbiti, con la loro vasta e storica rete di sportelli, dalle grandi banche del Nord. Tutta la vicenda della progressiva scomparsa del  Banco di Napoli- le cui dinamiche devono ancora oggi essere ricostruite compiutamente- ha inferto un terribile  “vulnus” al tessuto economico e civile campano e del Mezzogiorno. Dalla metà degli anni Novanta in poi,si è verificato un progressivo e continuo processo   di “colonizzazione” del Sud, i cui effetti nefasti si sono riverberati sull’intera economia meridionale”. Così Antonio Frattasi, Segretario Regionale PCI Campania.

“La crisi economica post Covid -19 rende ancor più problematica la già difficile situazione di migliaia di lavoratori, sempre più privi di certezze sul futuro, e minaccia la precaria esistenza di   tante imprese medie e piccole operanti nelle regioni del Sud, alcune delle quali, se non opportunamente sostenute, rischieranno di chiudere i battenti, con effetti devastanti sui livelli di occupazione. Una vera e propria tragedia sociale. Le prospettive dell’apparato produttivo del Mezzogiorno sono molto preoccupanti, e non emergono dal Governo Conte 2, nonostante le origini pugliesi del Presidente del Consiglio e la considerevole presenza numerica di ministri meridionali, precisi e incoraggianti segnali di attenzione nei confronti del Sud, nonostante l’enorme profluvio di parole e di impegni solennemente annunciati. Noi comunisti siamo dell’avviso che non si possa parlare seriamente di sviluppo economico, di occupazione, di crescita infrastrutturale nel Mezzogiorno senza la presenza di una grande banca pubblica che sostenga le imprese e le famiglie, e che raccolga il risparmio dei meridionali, convogliandoli verso impieghi produttivi. Una grande banca pubblica potrebbe, infatti, stimolare gli investimenti, dando finalmente ossigeno a settori importanti dell’economia, e consentendo l’avvio di una nuova stagione per il Mezzogiorno. Il PCI assumerà, quindi, tutte le iniziative necessarie per porre al centro del dibattito politico la questione del rilancio del Mezzogiorno anche attraverso la nascita di una grande banca pubblica, che abbia tra i suoi obiettivi principali il sostegno, sotto varie forme, all’economia meridionale. Soltanto attraverso una forte e qualificata presenza pubblica, ad iniziare dal settore creditizio, sarà possibile dare risposte concrete alle esigenze di milioni di meridionali, avviando un nuovo modello di sviluppo”.

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Redazione

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