Guida all’acquisto di un hard disk esterno per Mac
Perché gli utenti Mac preferiscono il gioiello della Apple al rivale PC/Windows? Escludendo i feticisti del design accattivante dell’azienda di Cupertino, i motivi sono essenzialmente pratici e funzionali: i Mac, infatti, offrono prestazioni tuttora inarrivabili in determinati ambiti. Ad esempio per l’editing di prodotti audiovisivi (dal semplice video per YouTube a lavori più complessi) essi rappresentano il massimo che si possa trovare sul mercato. Anche la produzione musicale trova la sua massima esaltazione su prodotti Apple, dove software come Logic Pro (utilizzato dai principali producer attualmente in circolazione) e Ableton Live (amatissimo dai DJ, anche se lo stesso Logic Pro ha rilasciato dei nuovi aggiornamenti con lo scopo di insidiare la sua leadership in questo settore specifico) spadroneggiano praticamente senza rivali.
Parliamo di due attività – realizzazione di video e produzione musicale – che richiedono in primis la produzione di una gran mole di dati. In entrambi i casi, i file da archiviare si moltiplicano, e tutti hanno delle dimensioni niente affatto trascurabili. Anche altri lavori su cui il Mac si dimostra più flessibile e performante – si pensi ad esempio alla progettazione architettonica – generano il medesimo fenomeno di proliferazione incontrollata di dati. Che ovviamente vanno catalogati e soprattutto archiviati. Ecco perché, pur disponendo di dischi rigidi o SSD molto capienti, i Mac si trovano molto spesso a viaggiare a pieno carico.
In questi casi, pur esistendo dei metodi per liberare spazio nell’hard disk – soprattutto per chi utilizza prodotti ad hoc come CleanMyMac – la scelta più ovvia è quella di non sovraccaricare la macchina, ricorrendo a un disco esterno. Scelta tutt’altro che banale o scontata, dal momento che non tutti gli hard disk aggiuntivi offrono le medesime prestazioni. Dunque, chi pensa che tutto si riduca all’acquisto di un dispositivo che unisca un’ampia capacità di immagazzinamento dei dati a un prezzo abbordabile, si sbaglia: ci sono altri parametri cui prestare attenzione. Quali? Eccone alcuni.
- Interfaccia. Tutti gli hard disk per Mac possiedono delle porte USB per essere connessi a qualsiasi dispositivo. Tuttavia, l’interfaccia principale di ogni terminale Apple è la super-venerata Thunderbolt, soprattutto nella più recente versione 3, che in upload riesce a raggiungere i 40 GB per secondo di trasmissione dati. Una velocità che riduce molto i tempi di attesa, soprattutto quando si devono trasferire file molto pesanti. Cosa che, se si lavora negli ambiti sopraelencati, avviene pressoché sistematicamente.
- Portabilità. In altri termini, le dimensioni del dispositivo. Gli apparecchi di piccole dimensioni ma molto voluminosi sono i più ricercati, e la ragione è facilmente intuibile: essi favoriscono gli spostamenti e alleggeriscono i carichi. Sono molto utili per chi deve lavorare in trasferta, soprattutto se in condizioni di emergenza e/o precarietà (si pensi a chi deve realizzare video in luoghi esotici, lontani dai centri abitati).
- Alimentazione e consumi. Oggi la maggior parte degli hard disk esterni è in grado di temperare la sua capacità di alimentarsi direttamente dal computer tramite porta USB con dei consumi relativamente moderati. Anche questo è un vantaggio soprattutto per chi deve lavorare fuori sede, in situazioni scomode dal punto di vista logistico. In questo modo, si può limitare il ricorso alle altrimenti salvifiche power bank.