Riqualificazione Piazza Marconi a Valdobbiadene, i comitati spontanei contestano il progetto
Piazza Marconi a Valdobbiadene vuole rifarsi il look. Tutto nasce dalla volontà dell’amministrazione comunale di rivedere, in un’ottica di riqualificazione, l’assetto urbanistico della piazza principale del paese, a fronte del progetto vincitore del concorso indetto tempo fa, firmato dagli architetti lombardi Paolo Molteni ed Emanuele Colombo insieme ad Alessandro Gaffuri in qualità di giovane professionista.
Ma la proposta avanzata non ha incontrato l’approvazione dei cittadini che, riuniti in due comitati spontanei ‘Ridateci la nostra piazza’ e ‘Non uccidete la piazza di Valdobbiadene’, intendono far sentire la propria voce nel nome e in difesa di una forte identità territoriale.
“Crediamo – affermano i comitati – che questa piazza debba rispettare i segni della nostra storia e non diventare un luogo privo di passato e di personalità. Uno spazio unitario non può diventare una triade di spazi rigidi e non complanari. Il nostro territorio infatti è inserito in un contesto paesaggistico disegnato da trame di ‘rive’, colline e declivi dal fascino unico, oggi diventate Patrimonio UNESCO, non fatto di anonimi gradini”.
In vista dell’inevitabile sovraesposizione mediatica cui andrà incontro il paese di Valdobbiadene, e l’intero sito UNESCO, vi deve essere un’attenta analisi e riflessione per varare una strategia socio economica che lo valorizzi senza relegare i residenti al ruolo marginale di comparse nel teatrino della movida serale o negli eventi periodici. I comitati tengono molto a sottolineare che Valdobbiadene è da sempre un paese che produce, e la sua piazza ne è il simbolo e luogo vitale per gli scambi di merci ed informazioni; qui convergono le principali vie direttrici e si affacciano i monumenti più rilevanti; il Campanile dell’arch. F.M. Preti, il Duomo del Vicentini che conserva antiche opere di pregio come la Pala dell’Assunta del Beccaruzzi, il palazzo municipale con la loggia del mercato, la fontana monumentale in pietra locale.
Un luogo storico modellato nel tempo dalle fatiche degli avi, che hanno saputo trasformare un’area sconnessa, in passato attraversata da scoli e corsi d’acqua, in un punto rappresentativo della comunità che lo vive. Come tale non può e non deve essere snaturata urbanisticamente e sottratta a tale ruolo. E’ anche una questione di dignità.