Sicurezza sul lavoro, Mariani: “Istituzioni diano risposte”

“Che fine ha fatto il tavolo sulla sicurezza sul lavoro annunciato dal ministro del Lavoro Catalfo? che fine ha fatto la promessa di aumentare tutte le misure atte a prevenire le morti bianche? quanti altri ‘morti di lavoro’ dobbiamo ancora denunciare affinché, anche nel nostro ordinamento giuridico, possa cambiare qualcosa?”.  A dichiararlo è Bruno Mariani, Segretario generale della Fesica e Vice segretario generale della Confsal, in merito agli ultimi incidenti avvenuti nei luoghi di lavoro come nel caso del cantiere edile nella periferia di Napoli in cui hanno perso la vita due operai travolti da un muro di contenimento che stavano realizzando.

“Il nostro sindacato non ha mai smesso di adoperarsi per tenere alta l’attenzione di queste vere e proprie stragi senza arresto. Solo nel corso dell’ultimo anno ci siamo appellati alla necessità di fare fronte comune con istituzioni, mondo politico, parti sociali, Forze dell’ordine, datori di lavoro e Ispettorato del lavoro per rafforzare, nel nostro caso anche attraverso la contrattazione, le misure di sicurezza e di prevenzione; incontrato parlamentari per sensibilizzarli alla mobilitazione, redatto e fatto presentare una proposta di legge per cercare di fronteggiare il fenomeno, rilasciato interviste, incontrato – continua Bruno Mariani –  il Capo dell’INL per capire come si può fronteggiare ulteriormente la piaga sociale del lavoro nero”. 

“Non è possibile, non è più accettabile che in Occidente, in un Paese come l’Italia, si debba ancora morire del proprio lavoro. Quando si insediò il nuovo Esecutivo di governo, oltre all’auspicio di buon lavoro, chiedemmo – spiega Mariani – venissero moltiplicati gli sforzi sul lavoro nero, sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma oggi sono i numeri ed i fatti che parlano impietosamente e tutto è rimasto come prima. Se non per condividere le battaglie di un sindacato dei lavoratori, pensiamo che tutte le Istituzioni abbiamo l’obbligo morale di dare delle risposte adeguate: nel rispetto dei familiari di chi non c’è più e per tutti coloro che, per svariati motivi, rischiano ogni giorno di non tornare dal proprio posto di lavoro”.  

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Redazione

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