(VIDEO) Scuola, raggiunto accordo linee guida: si riapre il 14 settembre

Regioni ed Enti Locali hanno dato il via libera alle nuove linee guida per il rientro a scuola da settembre. 

“Ci siamo predisposti, con le linee guida, per ritornare in sicurezza a settembre”. Lo dice il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Abbiamo un ulteriore miliardo che stanziamo per ulteriori investimenti sulla scuola, che ci dovrà consentire di avere una scuola più moderna, sicura e inclusiva. E nel Recovery Fund un importante capitolo sarà dedicato proprio agli interventi sulla scuola. Chiudere le scuole è stata una scelta molto sofferta, che nessuno pensi che il governo l’abbia presa a cuor leggero. Vogliamo classi meno affollate. Le cosiddette classi pollaio a me non piacciono affatto, non le tolleriamo più”.

“Vogliamo fare scuola anche fuori dalla scuola: portiamo gli studenti nei cinema, nei teatri, nei musei, facciamo in modo che respirino la cultura di cui hanno bisogno. Portiamo anche i più piccoli al parco quando il tempo lo consente a fare lezione”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nella conferenza di presentazione del Piano per il rientro a scuola a settembre.

“La Regione Campania manterrà il dissenso e non darà l’intesa al ministero della Pubblica istruzione sull’apertura dell’anno scolastico”. Ad annunciarlo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della diretta Facebook del venerdì. “E’ irresponsabile – ha spiegato – andare a votare il 20 settembre. Nei 45 giorni prima del voto un ente può fare solo ordinaria amministrazione, proprio in quel periodo cruciale per dare una mano ai ragazzi e ai docenti per riapertura anno scolastico, noi siamo costretti a pensare alle liste, ai comizi e alle fesserie. Non si è capito perché non si è andato a votare l’ultima settimana di luglio. Hanno preso questa decisione e allora – ha proseguito – se ne assumono tutte le responsabilità”.

“Un ottimo risultato e le Regioni hanno avuto un ruolo determinante nella costruzione di un Piano scuola 2020-2021 che rispondesse il più possibile alle diverse esigenze dei docenti e dei dirigenti scolastici, degli studenti e degli enti locali”, lo ha dichiarato Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

“Voglio anche ringraziare la Ministra, Lucia Azzolina, per la disponibilità al confronto. Abbiano lavorato molto su questo testo nella consapevolezza che la riapertura delle scuole sia il primo segnale di un Paese che riparte davvero.  Ora il testo è notevolmente migliorato grazie proprio al contributo e al pragmatismo degli assessori all’istruzione delle Regioni che fino all’ultimo hanno avuto una interlocuzione costante con il ministero. Quella di oggi rappresenta un’ulteriore risposta ai detrattori della concertazione istituzionale. Al Governo – ha ricordato Bonaccini – abbiamo ribadito tre questioni politiche fondamentali. Prima di tutto servono risorse adeguate per realizzare le soluzioni organizzative e didattiche previste dal Piano e per questo occorre incrementare il fondo previsto si almeno un miliardo di euro, su cui peraltro abbiano avuto precise rassicurazioni dal Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Occorre poi un aumento netto di organico docente e Ata. Occorre prevedere infatti un adeguato incremento finalizzato a garantire il recupero dei tagli operati sui posti comuni dei docenti sull’organico 2020-2021, per riportarli ai livelli dell’anno scolastico in corso, preservando l’organico già autorizzato, nonché un aumento temporaneo dei contingenti, per realizzare un rafforzamento di “organico per l’emergenza, che permetta di affrontare al meglio il delicato anno scolastico alle porte. Terza questione: bisogna attivare urgentemente – ha concluso Bonaccini – un tavolo di confronto Governo-Regioni, sulla questione dei trasporti, sia da un punto di vista economico che di organizzazione del servizio”.

“Ora il Piano scuola 2020-2021 ha gambe per camminare davvero, per questo motivo abbiamo insistito nella richiesta di risorse adeguate per realizzare gli obiettivi previsti. Prima di tutto occorre annullare le riduzioni di organico docente rispetto al corrente anno scolastico”, ha rimarcato Cristina Grieco, Assessore della Regione Toscana e coordinatrice della Commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni, che ha sottolineato anche “l’esigenza di intervenire sull’edilizia scolastica, sul sistema integrato pubblico-privato dei servizi educativi per la prima infanzia e delle scuole dell’infanzia e sul sostegno ai percorsi del sistema della Istruzione e Formazione professionale anche in relazione alle opere di sanificazione”. Quanto poi agli aumenti dell’organico, ribadendo la necessità di recuperare rispetto ai tagli subiti dal settore, Grieco ha sottolineato la necessità di “mettere le scuole in condizione di adottare le misure che le stesse linee guida prevedono, realizzando anche un rafforzamento dell’organico per l’emergenza’. Così come è necessario garantire per l’anno scolastico 2020-2021 almeno lo stesso numero di autonomie scolastiche (con dirigenti e DSGA) dell’anno scolastico in corso. Inoltre “tutti gli interventi straordinari che si rendessero necessari per criticità emerse in vista dell’avvio dell’anno scolastico, e che non siano già previsti, dovranno trovare copertura finanziaria con risorse dello Stato. Per quanto riguarda l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per gli alunni e per gli insegnanti, abbiamo chiesto – ha spiegato Grieco – che il Comitato Tecnico Scientifico si pronunci almeno 2 settimane prima dell’inizio delle scuole (in relazione alla situazione epidemiologica) circa la obbligatorietà delle mascherine all’interno dell’aula e/o negli spostamenti e nella permanenza nei locali comuni. Abbiamo poi chiesto di sostenere le autonomie scolastiche, tenuto conto delle diverse condizioni e criticità di ciascuna, nella costruzione delle collaborazioni con i diversi attori territoriali che possono concorrere all’arricchimento dell’offerta educativa. Bisogna poi rafforzare l’alleanza scuola-famiglia attraverso un aggiornamento del “Patto Educativo di Corresponsabilità” che potrà essere ricalibrato in una forma maggiormente rispondente alle esigenze dell’emergenza”. Rispetto poi ai servizi educativi per la prima infanzia, occorre tener presente la necessità del contatto fisico che contraddistingue la relazione dei bambini col gruppo dei pari e degli adulti di riferimento. Per questo occorre pensare a modalità organizzative che tengano conto dell’impossibilità di effettuare il distanziamento fisico se non tra il gruppo di adulti, prevedendo protocolli di funzionamento dei servizi per l’accesso quotidiano, le modalità di accompagnamento e di ritiro dei bambini, e per l’igienizzazione degli ambienti, delle superfici, dei materiali. Abbiamo infine richiamato l’attenzione – ha concluso Grieco – sulla refezione scolastica, puntando sull’esigenza di modalità che garantiscano la qualità del servizio e tengano conto anche della salvaguardia dei posti di lavoro”.

“Un primo importante passo avanti. Ora dobbiamo continuare a lavorare insieme anche con il massimo coinvolgimento delle forze sociali”, afferma  il ministro della Salute Roberto Speranza. “È essenziale – aggiunge – investire nuove ingenti risorse per garantire la riapertura di tutte le scuole nella massima sicurezza. È un obiettivo fondamentale su cui tutto il Paese deve essere unito”.

“Sono felice di questo risultato. Siamo uno dei pochi Paesi nel mondo ad inserire come materia nelle scuole l’educazione ambientale. Non posso che ringraziare la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina che ha dato seguito a questa promessa. Come ha detto bene lei, sul tavolo non ci sono solo le misure di prevenzione, ma un sistema scolastico da rivoluzionare, e questo è uno dei tasselli a mio avviso importantissimo”. Così il ministro dell’ambiente, Sergio Costa.

L’educazione civica reintrodotta da settembre, si sostanzierà di 3 blocchi, uno di questi è proprio l’educazione ambientale. Questo nuovo strumento, a suo modo rivoluzionario, come tutte le materie sarà sottoposto a voti, esami e valutazioni durante l’anno scolastico. Stiamo puntando molto sui giovani, sulle loro coscienze e la loro sensibilità, a tutti i livelli. Infatti abbiamo immaginato e stiamo organizzando la Youth for climate, “giovani per il clima” per la Cop26 in partnership con il Regno Unito, dove ragazze e ragazzi di tutto il mondo s’incontreranno a Milano per portare vere proposte sul contrasto ai cambiamenti climatici e discuterne con i decisori politici della preCop, sempre a Milano. Proposte che arriveranno fino al summit sul clima della Cop26 di Glasgow. Proprio in queste ore si sta svolgendo l’evento collegato “Youth for Climate”, un percorso verso la Cop, una serie di webinar che coinvolgono rappresentanti dei giovani da tutto il mondo: un’altra occasione che serve non solo per dare loro spazio, ma soprattutto a creare quel confronto tra le nuove generazioni e quelle che, come me, hanno qualche capello bianco, un confronto necessario e fondamentale. Generazioni diverse ma che devono interfacciarsi e confrontarsi. Con l’inserimento dell’educazione ambientale vogliamo far si che le generazioni future abbiano una coscienza ambientale maggiore di quella che la mia generazione ha dimostrato di avere”.

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