Comunali Cesa, Ferrante: “Rivoluzione del possibile: basta con promesse mirabolanti e opere faraoniche”

“Dopo tanta attesa e non pochi dubbi sul loro effettivo svolgimento, è stata resa nota, finalmente, la data delle elezioni: 20-21 settembre. La campagna elettorale più anomala che io ricordi, entra nel vivo.  Andare nelle case delle persone non sarà facile, per vari motivi. Occorrono cautela, rispetto e garbo.  Tra il virus ancora in agguato e le difficili condizioni economiche e sociali con cui tanti uomini e donne devono fare quotidianamente i conti, confesso di provare anche un certo imbarazzo nel chiedere il voto. È come se, in un certo senso, si violassero un’intimità e degli spazi privatissimi per qualcosa di non necessario. Ma è dalle case e nelle case che può partire quella che mi piace definire la ‘rivoluzione del possibile'”. E’ quanto dichiara Ernesto Ferrante, candidato sindaco del progetto politico Uniti per Cesa, in corsa per il rinnovo del consiglio comunale a Cesa.

“Non è più tempo di promesse mirabolanti e di opere faraoniche. Per quanto mi riguarda, occorre intervenire innanzitutto sull’esistente, riqualificandolo e valorizzandolo. Cesa ha un centro storico che si è progressivamente spento, con pochi commercianti coraggiosi che, con enormi sacrifici, tengono accesa la fiammella della speranza e della memoria. Bisogna ripartire dal centro per dare slancio anche alle zone più periferiche. Un paese è come un grande organismo. Se il cuore e il cervello funzionano, anche gambe e braccia avranno meno problemi. Nel centro di Cesa sorge un luogo a me particolarmente caro: la ‘Palestra del Fanciullo’. Sarà tra le nostre priorità. Vorrei che diventasse una casa dei servizi e della socialità. Abbiamo uno ‘Sporting Village’ dalle enormi potenzialità, molte delle quali ancora inespresse. Grazie alla capacità dei gestori e al contributo tecnico di alcune professionalità cesane, può e deve vivere una stagione di assoluto rilancio. Vi è inoltre un parco giochi, intitolato a Padre Paolo Lepre, un uomo di profonda fede e di grande bontà, che deve ritornare a nuova vita. È un mio, è un nostro dovere verso chi ha meno possibilità di spostarsi altrove. Più servizi, più decoro, più ore di apertura per bambini e ragazzini.
Ho la fortuna di non dover guardare molto lontano o troppo indietro nel tempo per individuare dei validi modelli di amministratori. Se potessi, di Peppe Fiorillo vorrei prendere in prestito l’entusiasmo e il coraggio di cambiare certi ‘paradigmi politici’; di Vincenzo De Angelis l’ostinazione nel difendere le sue idee e la capacità di battere i pugni sui tavoli istituzionali; di Cesarino Liguori il rigore istituzionale e l’intransigenza. Come loro tre, se la gente dovesse scegliere me e la mia squadra per amministrare Cesa, mi auguro di acquisire sul campo le capacità di guidarla, con concretezza e decoro, anche all’esterno. Occorre riallacciare un filo con un passato che ha visto nascere pregevoli realtà. Bisogna riprendere un cammino fatto di armonia, partecipazione e dialogo. Con umiltà e pazienza e con la più impegnativa delle promesse: quella di fare tutto con umiltà ed onestà. E con le mani pulite fuori dalla tasca”.

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Redazione

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