Covid-19, Ricci: “Comuni in crisi, a rischio servizi essenziali”
“I Comuni hanno avuto dal Covid-19 lo stesso effetto negativo delle famiglie e delle imprese: non riscuotiamo più le tasse locali né le tasse di soggiorno, le rette degli asili, i parcheggi a pagamento. E al tempo stesso dobbiamo tenere in piedi i servizi essenziali. Gli effetti negativi sono ricaduti anche sulle partecipate, che quest’anno non avranno utili: chi era in difficoltà, rischia seriamente di fallire. Una fase drammatica, ci stiamo confrontando con il governo che ha stanziato 3 miliardi per i Comuni: ne occorrono almeno 5 per ripianare le perdite causate dal nuovo Coronavirus. E poi bisogna rivedere il codice degli appalti: abbiamo bisogno di rimettere in moto i lavori nei prossimi due mesi”. Lo ha detto Matteo Ricci, presidente Lega Autonomie Locali e sindaco di Pesaro, nel corso del webinar “Tariffe e gestione dei rifiuti ante e post Covid-19”, organizzato dall’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
“L’argomento è spinoso anche per i professionisti: molto spesso i giovani che vengono sorteggiati per ricoprire incarichi di natura pubblica – ha sottolineato Matteo De Lise, numero uno dell’Ungdcec – si trovano alla prima esperienza in amministrazioni locali la cui complessità del bilancio comporta un rischio notevole. Dobbiamo dare a tutti i colleghi la possibilità e gli strumenti per svolgere al meglio i loro compiti, oggi reso ancor più complesso dall’emergenza sanitaria che si è trasformato in una vera e propria emergenza economica”.
Per Gianpiero D’Andrea, presidente commissione Enti Locali dell’Unione giovani commercialisti, “il problema dei bilanci degli enti locali è nevralgico. Tutto o quasi ruota intorno alla Tari e spesso i giovani commercialisti si trovano davanti a una enorme problematica, perché, secondo quanto reso noto, la tassa sui rifiuti è l’imposta più evasa in Italia. Si pensi che la città di Roma riscuote soltanto il 29 per cento dell’accertato, contro il 96 per cento ad esempio della Valle d’Aosta. Una nazione a due marce con 5,1 miliardi di imposte sulla casa evase: ‘maglia nera’ sono Calabria (43,2%), Campania (38,6%) e Sicilia (36,7%); l’Emilia-Romagna (17,2%) è la regione più virtuosa d’Italia”.
Leoluca Orlando, presidente Anci Sicilia e sindaco di Palermo, ha sottolineato: “Noi sindaci siamo come un albergatore, non basta riaprire per riprendere la produttività ordinaria. Abbiamo subito una grande calamità naturale che però è caduta in una regione come la Sicilia che in riferimento ai rifiuti si trova da anni in una condizione di calamità istituzionale. C’è l’assenza assoluta di un piano regionale dei rifiuti e carenza di impiantistica pubblica”.
Sempre in tema rifiuti, Fulvio Bonavitacola, vicepresidente Regione Campania e delegato all’Ambiente di Palazzo Santa Lucia, ha evidenziato che in Italia non esiste un meccanismo di adeguamento dei prezzi nel settore dei servizi per la gestione dei rifiuti. “In questo momento di impazzimento del mercato, non ci sono più regole di riferimento. Il costo di gestione di un servizio a fronte di un cambiamento di scenario manca completamente di un parametro, un vuoto normativo che andrebbe colmato”.
Lucia Leonessi, direttore generale Confindustria Cisambiente, ha evidenziato: “La buona notizia è che il sistema dinanzi a una pandemia ha tenuto. Oggi ci troviamo però di fronte a una serie di problematiche da risolvere, non ultima quella dei Comuni che tardano a pagare i nostri servizi per l’ambiente. Capisco che gli enti pubblici sono in grave difficoltà, bisognerà trovare un accordo con il governo”.
Al webinar, moderato da Emanuele Lattanzio (commissione Enti Locali Ungdcec), sono intervenuti anche Alberto Pierobon, assessore all’Energia della Regione Sicilia; Giulio Angelucci, direttore Ufficio Gestione Rifiuti di Bolzano; Francesco Causo, presidente Area Arera Confindustria Cisambiente; Pietro Paolo Mauro e Ninni Sciacchitano, consulente Enti Locali.