Forno crematorio a Sant’Egidio, comitato ‘No Forno’ chiede incontro urgente all’Amministrazione comunale

“Chiediamo di essere aggiornati ad horas sulle trattative in corso tra il Sindaco Carpentieri e il Consorzio Azimut che si è aggiudicato l’appalto per i lavori di ampliamento del cimitero di Sant’Egidio e la realizzazione di un forno crematorio”. Questa, la richiesta inviata dalla presidente del Comitato “No Forno” Avv. Alessandra Petrosino, al sindaco, alla segretaria comunale, agli assessori e consiglieri del Comune di Sant’Egidio del Monte Albino. Una questione, quella del forno crematorio, che va avanti da tempo, tra delibere, autorizzazioni, raccolte firme e sospensione dei lavori. Questione già sottoposta all’attenzione della giunta regionale attraverso una mozione dal consigliere M5S Michele Cammarano, sottolineando la necessità di un coordinamento regionale per la realizzazione dei forni crematori, come previsto dalla legge nazionale 130 del 30 marzo 2001.   “I piani devono tener conto della popolazione residente, dell’indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun comune – sottolinea nuovamente il consigliere Cammarano – Ad oggi, in Campania non c’è ancora traccia di alcun piano di coordinamento, con il risultato di veder spuntare come funghi un po’ ovunque forni crematori, senza tener conto di alcun fabbisogno né tantomeno dell’impatto sull’ambiente, con una realizzazione incontrollata e con autorizzazioni non adeguate”. Forni crematori bloccati dopo la mozione dall’ultima legge di bilancio della Regione Campania, in attesa dell’approvazione di un regolamento.

Il progetto per la costruzione del forno di Sant’Egidio Montalbino è stato approvato nel 2011 insieme a quello di nuovi loculi e cappelle. I lavori, iniziati solo di recente, sono stati però sospesi dal sindaco Carpentieri, a causa del forte malcontento popolare e della raccolta da parte del comitato, di più di 2̇·000 firme. Nella petizione popolare si sottolinea il mancato rispetto per le distanze: 50 metri, la distanza dal centro abitato e non 200, come previsto dalla legge; il mancato coinvolgimento di amministrazione e cittadini di Pagani, al confine con l’area dedicata alla realizzazione del forno; i fattori inquinanti legati alle emissioni dei forni crematori, biossido di azoto, di solfo, piombo, mercurio che andrebbero ad aggravare un territorio già fortemente compresso dal punto di vista ambientale e che potrebbero pregiudicarne lo sviluppo economico e turistico. Il Consorzio non ci sta e la sospensione dei lavori finisce davanti ai giudici del Tar di Salerno.  “Il Consorzio Azimut – si legge nell’impugnativa – si oppone alla nomina di una commissione scientifica per la verifica dell’impatto ambientale, così come disposto dall’ Amministrazione comunale di Sant’Egidio che dispone la sospensione dei lavori del forno, dopo averli in precedenza autorizzati”. “Il sindaco Carpentieri ci ha assicurato di aver chiesto un incontro con il consorzio Azimut per discutere di soluzioni alternative al forno crematorio – spiega l’avv. Petrosino– ma ad oggi non abbiamo nessuna notizia di quell’incontro e, in più, abbiamo appreso dalla stampa che il sindaco è pronto a scendere in campo alle prossime regionali e, dunque, a prendere tempo rispetto ad una chiara presa di posizione sulla realizzazione del forno”. L’Amministrazione comunale dovrà rispondere alla richiesta del comitato entro il prossimo 15 luglio.

Redazione

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