Gestire i nidi di volatili nelle proprie dimore: a Roma un’ordinanza per la protezione dei nidi di rondine

Come ci si deve comportare con gli uccelli che prepotentemente nidificano negli angoli del nostro terrazzo, nelle fessure che trovano a disposizione o sui balconi più in generale?

In questo articolo cercheremo di rispondere in modo pratico e speriamo efficace a uno dei temi più discussi online, spesso nei forum, specialmente da chi vive nelle città infestate dai piccioni.

Affronteremo, altresì, una questione più delicata che riguarda la distinzione delle specie che tendono a nidificare sui nostri balconi allo scopo di salvaguardarne alcune, in via di rarefazione.

1) Evitare di nutrire gli uccelli

Niente somministrazione di cibo ai piccioni, che sui davanzali delle nostre case si affacciano meno timidamente. Come affermano gli esperti del Centro di Recupero Fauna Selvatica della Lipu, “è sempre sbagliato dare del cibo alle specie selvatiche”, perché quello che gli forniamo noi è potenzialmente dannoso per gli uccelli e può andare a discapito della loro salute e longevità. Perché questo? Perché, più in generale, un animale che viene abituato a ricevere cibo in questo modo perderà l’istinto di procacciarselo da solo. Il danno sarebbe anche maggiore qualora l’uccello trasmettesse questo atteggiamento malsano ai suoi piccoli, dando il via a un processo innaturale di nutrimento.

2) Utilizzare gli appositi dissuasori

Occorre poi dissuadere sia i piccioni sia le tortore dal nidificare nei nostri ambienti, soprattutto per ragioni sanitarie, ma anche perché i piccioni tendono a preferire i mobiletti delle caldaie, i vasi e le superfici piane come quelle dei pannelli solari, che vanno assolutamente protette mediante apposite barriere antipiccioni per pannelli fotovoltaici per evitare che il guano occluda l’interspazio tra pannelli e tegole limitando il flusso di aria necessario per il funzionamento dell’impianto e, di fatto, causando dei cortocircuiti. [Fonte]

3) Alcuni nidi vanno protetti

Bisogna prestare attenzione al tipo di uccello che si cerca di dissuadere dal nidificare, poiché vi sono alcune specie che devono essere salvaguardate. Questo discorso riguarda in particolar modo le rondini, poiché stanno gradualmente scomparendo di numero. Bisogna quindi proteggere la specie, evitando di danneggiare i nidi, bensì cercando di prendersene cura in generale, durante l’anno.

I nidi vanno preservati anche perché, ogni anno, all’avvio della bella stagione, le rondini tendono a riutilizzare i vecchi nidi che avevano destinato alla cova. Per le rondini, ritrovare i nidi dove li avevano lasciati è un sollievo rispetto a doverli ricostruire.

3.4) Le specie da proteggere

Le specie che vanno protette sono prevalentemente rondini, balestrucci e rondoni, che sono insettivori e si nutrono delle fastidiose zanzare, ma anche di mosche e moscerini. Queste specie vanno preservate perché la loro presenza è minacciata a livello continentale. Stando ai dati del progetto MITO2000 (Monitoraggio ornitologico italiano), si tratta di uccelli in “in via di rarefazione”.

L’ordinanza del sindaco n. 104 del 22 maggio 2020

Per favorire la pacifica e serena convivenza con queste specie in via di rarefazione, a Roma, la sindaca Raggi ha firmato l’ordinanza n. 104 del 22 maggio 2020 dedicata alla salvaguardia di questi volatili e della biodiversità in generale [testo ordinanza]. Il documento contiene i comportamenti che ogni cittadino deve osservare per incoraggiare la salvaguardia di queste specie. Un esempio può essere l’obbligo di prediligere un intonaco rugoso e poroso per una fascia di almeno 50 cm rispetto a uno liscio, questo per favorire la costruzione dei nidi da parte dei volatili.

In caso di violazione, “il responsabile dovrà provvedere a ripristinare lo stato dei luoghi, con la realizzazione di nidi artificiali”.

Naturalmente, a queste disposizioni sono ammesse delle deroghe, ma solamente in seguito all’ottenimento dell’apposita autorizzazione del Dipartimento Tutela Ambientale. Si può, per esempio, richiedere la rimozione dei nidi quando la loro presenza crei un rischio in termini di sicurezza per i fruitori di quello spazio. In questo caso, l’autorizzazione deve essere rilasciata dalla Asl e va allegata alla richiesta di autorizzazione da inviare al Dipartimento Tutela Ambientale.

Le distinzioni necessarie

La legge nazionale a tutela delle specie selvatiche (numero 157/92) stabilisce che non si può distruggere un nido di volatile, né, ad esempio, romperne le uova causandone la morte. Se i volatili depongono le uova, l’unica cosa da fare è attendere che i loro piccoli volino via una volta pronti.

Anche per questa ragione è essenziale dissuadere specie come gabbiani e piccioni dal nidificare e stabilirsi sui balconi, prima che inizi la fase di riproduzione.

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Redazione

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