Mose, Codacons: “Se messo in funzione, potrebbe avere effetti devastanti”
Mentre oggi a Venezia si tiene la pagliacciata della prova generale di innalzamento delle paratoie del Mose, sul via libera all’opera dovrà pronunciarsi il Consiglio di Stato, cui spetta l’ultima parola dopo la perizia tecnica redatta da un team di esperti del Codacons che attesta, oltre ogni ragionevole dubbio, come il progetto del Mose sia stato approvato sulla base di errori e presupposti tecnici inesatti, che rischiano non solo di rendere del tutto inutile l’opera, ma addirittura di causare il collasso dell’intero sistema qualora le paratoie dovessero entrare in funzione. In condizioni di mare agitato e venti forti le paratoie sarebbero infatti soggette a instabilità dinamica con gravi rischi per la loro tenuta, mentre le paratoie non sarebbero mai state collaudate in condizioni meteo estreme.
Nella perizia redatta dall’Ing. Vincenzo Di Tella, Ing. Gaetano Sebastiani e l’Ing. Paolo Vielmo, professionisti esperti nel campo dell’ingegneria marina e offshore, ci si sofferma in particolare sulle prove e sui test eseguiti sia a Delft, sia a Voltabarozzo, analizzando tutti gli atti tecnici relativi al Mose acquisiti dal Codacons attraverso formali istanze d’accesso.
Si legge nella relazione tecnica: “Gli esperti internazionali che avevano esaminato il progetto di massima con le prove fatte a Delft, avevano rilevato la presenza della risonanza sub-armonica e avevano raccomandato l’uso di strumenti analitici per determinare il comportamento dinamico reale delle paratoie. Il Consorzio non solo ha disatteso questa raccomandazione, ma senza tener conto delle prove fatte a Delft ha presentato il progetto fatto solo sulla base di prove su modello in scale piccolissime con modelli assolutamente inadatti. Nei documenti agli atti da noi esaminati nelle prove fatte a Delft e successivamente anche a Voltabarozzo è del tutto evidente che quando c’è risonanza sub armonica in mare regolare la stessa si ha anche in mare irregolare. Il progetto è proseguito con l’approvazione basata su questo falso. Le vasche di prova usate a Voltabarozzo per le prove in scala 1/30 e 1/10, per cercare di dimostrare l’assenza dell’effetto scala, non sono in scala tra loro e non sono assolutamente adatte a eseguire prove in quelle scale e pertanto i risultati sono fuorvianti. Onde misurate davanti alla schiera di paratoie con paratoie alzate non sono quelle agenti reali perché contengono anche le onde radiate dalle paratoie. Le onde che agiscono sulle paratoie vanno misurate in corrispondenza della schiera con paratoie abbassate e disponendo, ovviamente, di una vasca di dimensioni adeguate alla scala del modello. Il progetto strutturale delle paratoie, considerate nella fase di funzionamento come strutture allagate statiche soggette a battenti d’acqua costanti, anche se queste sono state modellate strutturalmente a regola d’arte, manca dei dati di input corretti e quindi i risultati ottenuti non sono affidabili: la validità e sicurezza dei dimensionamenti strutturali dipende direttamente dalle condizioni di carico agenti e non può essere migliore di quella delle condizioni di carico: l’assunzione di condizioni di carico scorrette o carenti comporta un’analisi strutturale errata e inaffidabile. In queste condizioni la sperimentazione al vero del sistema Mose per una durata di pochi anni, prima della messa in esercizio, è un azzardo, in quanto non è detto che nel periodo di prova si manifestino condizioni rappresentative dell’intera gamma delle condizioni di progetto e quindi non può essere conclusiva, oppure può essere estremamente rischiosa ove si manifestassero particolari condizioni d’onda che, come appare da rilevanti indizi emersi nelle prove su modello, possono portare il sistema al collasso con conseguenze facilmente immaginabili”.