Ripartenza università napoletane, Di Costanzo; “Occasione da sfruttare per interventi strutturali”
“In questi giorni iniziano lentamente a delinearsi le strategie con cui le università napoletane affronteranno il nuovo anno accademico. Sono molte le sfide che attendono i nostri atenei: ripartire dopo un semestre di assoluta emergenza, aggiustare le storture della didattica a distanza, tutelare un diritto fondamentale come quello allo studio che a troppe studentesse e a troppi studenti è stato sostanzialmente negato negli ultimi sei mesi”. Ad affermarlo è Vincenzo Di Costanzo, responsabile metropolitano Università e Ricerca di Articolo Uno Napoli.
“In questo frangente così difficile, tuttavia, si cela un’enorme opportunità. La necessità di rivedere completamente il modo di gestire spazi, didattica e servizi può trasformarsi nell’occasione per interventi strutturali in grado di migliorare le condizioni degli studenti e del personale, docente e non. Penso ad esempio a come i lavori per rendere aule, laboratori, biblioteche ed uffici compatibili con le norme anti Covid potrebbero essere inseriti in un piano più complessivo di manutenzione delle strutture fatiscenti. Piano di manutenzione che chiediamo da tempo e che da tempo viene rimandato, tranne che per singoli interventi sulle situazioni più critiche e urgenti. Anche le residenze universitarie devono diventare oggetto di riflessione: in una città come Napoli, che accoglie decine di migliaia di studenti fuorisede, non si può lasciare che in piena emergenza pandemica la maggior parte di questi si ammassino senza tutele e senza garanzie in piccoli appartamenti condivisi a volte anche da sei o sette persone. Bisogna aprire nuove residenze e garantire a chi ci vive sicurezza sanitaria. Non sappiamo ancora quando sarà possibile rimuovere del tutto le limitazioni dovute all’epidemia di Covid-19. Sappiamo però già oggi che il sovraffollamento nelle aule sarà da combattere anche dopo la fine dell’emergenza. Ne va della qualità della didattica e dell’apprendimento. Tale obiettivo non va perseguito svuotando le aule con la didattica da remoto, ma piuttosto aumentando il numero di docenti in dotazione ad ogni ateneo. Abbiamo la possibilità di rendere l’esperienza drammatica del Coronavirus un punto di svolta per le nostre università. Aumentiamo gli spazi, miglioriamo i servizi, rimettiamo il valore della conoscenza al centro del dibattito pubblico. Ci sono le idee, adesso le istituzioni mettano in campo le risorse per realizzarle. È questo il modo per ripartire davvero”.