Università, Tommasetti: “Ministro Manfredi sta spaccando il mondo degli Atenei”
“Il Ministro Manfredi non critichi il Censis per le classifiche sulle Università ma si preoccupi di arginare l’emorragia di immatricolati che avremo ad ottobre”. Così il prof. Aurelio Tommasetti, Responsabile Nazionale Dipartimento Università della Lega.
“Le Università e alcune Regioni del Mezzogiorno, quali Sicilia, Basilicata e Puglia, stanno cercando – continua Tommasetti – nel rispetto della loro legittima autonomia, di uscire vive dalla sciagurata crisi che sta per investire l’intero sistema universitario. I dati dello Svimez, che stimano un calo di circa 10 mila immatricolazioni ad ottobre, lanciano un grido d’allarme sulla vera emergenza che sta per abbattersi sull’Università, facendola retrocedere di almeno 10 anni. In questo drammatico scenario, il Ministro Manfredi, anziché fare chiarezza su aspetti critici che preoccupano famiglie e studenti, definendo puntuali misure per contrastare il ristagno in cui versano gli Atenei, punta l’indice contro i suoi ex colleghi Rettori del Sud e sprona il suo successore alla CRUI a intraprendere una lotta contro di essi. Come di consueto, numerosi proclami e zero soluzioni”.
“Quale sarà il risultato? Una guerra di tutti contro tutti, con le Università del Nord contro quelle del Sud, generando ripercussioni negative che investiranno i giovani e, dunque, il futuro dell’Italia. Gli interventi sul diritto allo studio, come evidenziato anche dal prof. Uricchio, Presidente dell’ANVUR, favoriscono l’incremento del numero di iscritti e, di conseguenza, stimolano la crescita per l’economia del territorio che li accoglie. È il momento di intervenire, di passare dalle parole ai fatti: fingere di non accorgersi dei problemi non aiuterà a risolverli. Pertanto, se legittimamente non concorda con le iniziative intraprese da alcuni Atenei del Sud – conclude Tommasetti – si mobiliti tempestivamente per offrire soluzioni alternative di sistema, perché ottobre è alle porte e gli studenti non possono rischiare di essere travolti dall’ormai abituale inerzia di questo governo del non fare”.