Aversa. Oliva: “In città non è estate da 2 anni”

L’ultima volta che ad Aversa si è fatto qualcosa per i concittadini obbligati a restare in città risale ai tempi in cui ero assessore alla cultura, e cioè nel 2018”. Queste le dure affermazioni di Alfonso Oliva, candidato al consiglio Regionale della Campania – circoscrizione Caserta per FdI.

“Oggi tutto è fermo, tutto tragicamente cristallizzato verso l’inesorabile discesa culturale e sociale di una città che invece, meriterebbe essere Patrimonio dell’Unesco. Non esiste la minima idea di programmazione. Ricordo che nei mesi in cui ho avuto l’onore di essere assessore, non ci dormivo la notte per poter portare in città eventi, manifestazioni, incontri, più o meno importanti, che erano però un importante volano di sviluppo economico per le attività commerciali”.

“Una volta c’era il Cimarosa Open House, il Jommelli/Cimarosa Festival, l’International Flute Competitin, c’erano i cartelloni natalizi, quelli estivi di Re-Estate ad Aversa, una volta c’era la Pizza Festival, una volta c’era semplicemente fermento culturale ad Aversa . Ma non finisce qui. Che fine ha fatto il progetto di trasformare Casa Cimarosa in Casa della Musica? Ah si, è naufragato nella concessione indiscriminata di un tempio sacro della musica a chi fa tutto e di più. Insomma come concedere la sala del Museo del Louvre che custodisce la Gioconda, all’esposizione itinerante di tazze colorate dell’Ikea”.

“Oggi la nostra splendida protocontea, prima capitale normanna nel Mezzogiorno, città dalle cento chiese, brilla per l’assenza totale di un assessore alla cultura che ricordiamo unicamente per un trattore allegorico, pieno di cantanti neomelodici, sfilare in pieno centro. Se questo è il concetto di evento culturale, se questa è la direzione che vogliamo dare alla città, io non ci sto. Mi sorprende come, un’amministrazione di sinistra, che tanto si pregia di essere vicina al popolo, di osservare con religiosità i dogmi incrollabili della solidarietà sociale, lasci concittadini, che per scelta o per obbligo, devono restare in città, abbandonati a loro stessi. La nostra assessora alla Cultura, invece, preferisce passare lunghi periodi all’estero, al piacevole sole ed alle calde sabbie di esotiche mete, piuttosto che dedicarsi alla città che, di fatto, le dona un cospicuo appannaggio mensile, che le ricordo, è pagato dagli aversani”.

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Redazione

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