Capua. Vendita Convento di San Gabriello, mobilitazione della Lega

“Un avviso pubblico del 6 giugno 2020, emanato dall’Agenzia del Demanio, ha comunicato la vendita all’asta del Convento di San Gabriello, per il giorno 9 settembre, tutto il popolo capuano si è mobilitato per scongiurare questo triste evento, opponendosi con determinazione alla vendita, attraverso petizioni di varie Associazioni. In tale situazione, anche noi del coordinamento cittadino, nell’esprimere il proprio, fermo dissenso alla vendita di questo gioiello capuano, si rende disponibile a contribuire all’iniziative già in essere, allo scopo di bloccare la procedura d’asta, tenuto conto del pregio del bene in vendita e dell’interesse storico culturale, che riveste la predetta struttura”. Così il coordinamento Lega Capua annuncia mobilitazione per bloccare la vendita all’asta del Convento di San Gabriello

“Lungo le strade della città, si possono incontrare strutture o resti storici di edifici dedicati alle attività militari, ma, anche, luoghi di culto, a volte, anche nascosti all’interno di edifici antichi, ma, tutti, tesori d’arte, che, però, sono stati abbandonati. Camminando lungo via Duomo, poco prima di giungere al Museo Provinciale Campano, sulla sinistra, se ne incontra uno di questi, che custodisce dal 1752, le spoglie di Santa Placida, da cui prende il nome, benché sia dedicato all’arcangelo Gabriele, per questo denominato, anche, Chiesa di San Gabriello. Non vogliamo, ora, soffermarci sul pregio di tale scrigno d’arte e di bellezza, chiuso al pubblico, ma sull’annessa struttura conventuale, da cui prende il nome di Convento di San Gabriello, appartenuto all’Ordine, di clausura, delle Monache Carmelitane Scalze, osservanti la regola di Santa Teresa, ove spesso soggiornò la regina Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo di Borbone. Fu proprio lei, intima della Priora, Madre Maria Angela, al secolo Angiola Marrapese, con la quale s’incontrava spesso per gli esercizi spirituali, a dare impulso alla costruzione del complesso, realizzato, infine, per l’interessamento diretto di Frate Salvatore Pagnano di Crispano, Superiore Maggiore dei Carmelitani di Terra di Lavoro e Basilicata. Anche questo, gioiello chiuso al pubblico e dimenticato. Ma, come spesso capita, ci si ricorda del pregio delle cose, solo quando si stanno per perderle!”.

Redazione

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