Madonna di Casaluce, il Comitato ‘dimissionario’ a don Michele Verolla: “La storia non finisce qui…”

“Reverendissimo parroco, ragionavamo sul significato delle parole ‘bisogna buttare acqua sul fuoco’ (precedute da dure contestazioni, riguardanti principalmente aspetti monetari, con la persona a cui avete affidato l’incarico che pochi giorni prima avevate dato a noi). Non ci piaciuto – ve lo diciamo chiaramente – vedere il nostro parroco, a testa china, sussurrare: ‘voi avete famiglia, vi conviene imbarcarvi in questa storia?’. E ancora: ‘Io non vorrei che per colpa di un comitato si rovinino delle famiglie’. Non ci è piaciuto vedervi disperato, messo all’angolo, inchiodato al muro, ripetere forsennatamente ‘bisogna buttare acqua sul fuoco, ho chiesto a chi di dovere… bisogna buttare acqua sul fuoco, lo dicono anche dall’alto… bisogna buttare acqua sul fuoco’”.Inizia così una nuova lettera del dimissionario Comitato Maria SS. di Casaluce retto da Salvatore Cavagnuolo nei confronti di Don Michele Verolla.

http://www.larampa.it/2020/08/13/madonnadicasaluce-comitato-dimissionario-contro-don-michele-verolla/

“Seppure con parole accorate, questi discorsi hanno, in realtà, un altro sapore. Non vogliamo dire – assolutamente – intimidatorio, ma – perlomeno – manipolatorio. − Di cosa volevate convincerci? − Perché dovevamo avere paura se il nostro comitato era da poco costituito e non aveva legami con nessuno (tant’è vero che ci siamo registrati all’agenzia delle entrate con un nuovo codice fiscale)? − Ma, soprattutto, di chi dovevamo aver paura? Chi è questa persona capace di generare in voi questo stato confusionale, questa ansia, questa paura che volevate trasmette a noi? − Che cosa voleva farci questa persona? − In quali guai abbiamo rischiato di incappare? − In quale fossa stavamo per cadere? Non credevamo, davvero, di dover temere per noi e per le nostre famiglie in un luogo santo, all’ombra del mantello della Vergine Maria. Ciò nonostante, la logica del rispetto che fa leva sulla paura non ci appartiene (come non dovrebbe appartenere a nessun figlio di Dio) e a tale logica non intendiamo sottometterci. Sottomettetevi voi, se il vostro credo e la vostra fede ve lo consentono. Ma, forse, Voi non avevate paura per noi ma unicamente per la vostra persona. ‘Bisogna buttare acqua sul fuoco’. Queste parole riecheggiano, continuamente, nella nostra mente. E sono come una spada che trafigge il cuore, causano un dolore che non vi possiamo spiegare perché le labbra che le accompagnavano erano le vostre. La storia non finisce qui…”.

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Redazione

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