Ospedale Torre del Greco, Donnarumma: “Urge attivazione reparti chiusi: scellerata gestione De Luca”
«L’Ospedale Maresca di Torre del Greco sta subendo tutte le conseguenze della scellerata gestione della Sanità regionale da parte di De Luca. Parliamo di un presidio ospedaliero che serve 5 comuni per un bacino di utenza di 255.000 mila abitanti. Ebbene nonostante i 20.000 accessi annuali al pronto soccorso i cittadini sono costretti ad andare in altre strutture a causa delle carenze infrastrutturali del presidio ospedaliero». È quanto dichiarato in un comunicato stampa da Tina Donnarumma, consigliere comunale di Castellammare di Stabia e responsabile Enti Locali della Lega – Salvini Premier per la provincia di Napoli.
«Basti pensare che nel 2018, con il decreto 103/2018 del commissario alla Sanità, lo stesso presidente Vincenzo De Luca, è stata prevista la riqualificazione del Maresca come Ospedale di Base munito di pronto soccorso, separato operativamente e amministrativamente dall’Ospedale di Boscotrecase, oltre che a prevedere un aumento dei posti letto, attualmente ridotti a 30 su 250 potenziali. Ebbene, tutto ciò è stato disatteso da De Luca e dall’ASL Napoli 3 Sud, nonostante nel decreto commissariale riguardante il “Piano regionale di programmazione della rete ospedaliera”, il Maresca è indicato come Presidio Ospedaliero autonomo ma di fatto, violando la norma, risulta ancora accorpato al Presidio Ospedaliero di Boscotrecase, con cui insieme costituisce gli “Ospedali Riuniti Area Vesuviana”; A questa situazione folle frutto di incapacità amministrativa, si è aggiunta la pandemia, che ha fatto sì che l’Ospedale di Boscotrecase fosse convertito in covid hospital, con la chiusura di interi reparti tra cui chirurgia e cardiologia i quali, però, nel frattempo non sono stati trasferiti nemmeno in via temporanea all’Ospedale Maresca di Torre del Greco, dove risultano ancora chiusi da tempo. In previsione di una seconda ondata di covid-19 in vista dell’autunno, è urgente l’attivazione dei reparti di chirurgia, di cardiologia con utic, di emodinamica, di pediatria, di ortopedia, previsti dal Piano Sanitario regionale, pedissequamente disatteso. La Sanità Campana non può essere vittima di interessi privatistici volti a favorire una struttura piuttosto che un’altra. Parliamo di un’area di centinaia di migliaia di persone che necessitano di un’adeguata assistenza sanitaria».