Pavimentazioni per locali commerciali: il gres porcellanato conviene davvero?

Il gres porcellanato è uno dei materiali più utilizzati nell’edilizia moderna, in particolar modo nelle pavimentazioni per via delle sue caratteristiche e un prezzo tendenzialmente più favorevole rispetto ad altri materiali.

Scegliere il materiale per la superficie calpestabile della propria attività, nuova o in ristrutturazione, è un passo importante e, per forza di cose, molto legato all’aspetto economico. Per questo sicuramente uno dei primi materiali da impiegare per la posa di pavimenti per negozi è, appunto il gres porcellanato. La domanda a questo punto è: questo materiale è la scelta più idonea per rivestire un negozio o qualsiasi altra attività commerciale? Dipende dalla soluzione che si sta cercando.

Il processo di creazione del gres

Cerchiamo innanzitutto di capire meglio come avvenga la formazione del gres e quali siano le sue caratteristiche. In una piastrella di gres porcellanato c’è l’unione di varie argille ceramiche che si uniscono tramite l’esposizione ad altissime temperature. Non è una fusione poiché i vari materiali non si fondono in uno soltanto, ma è una sinterizzazione ovvero un’unione inscindibile di tutti questi materiali che mantengono comunque la loro singolarità. Da questo processo si ricavano entrambi i tipi principali di gres: quello naturale e quello smaltato.

Il gres naturale risulta ruvido e marmorizzato, riprende in tutto la consistenza di un pietra tagliata, di un minerale. Una variante particolarmente apprezzata è quella del gres effetto legno che riprende il concetto di parquet, ma in gres. Costa molto meno, è molto più resistente e può replicare in modo convincente qualsiasi tipologia di pavimento in legno.

Il gres smaltato risulta meno grezzo e più simile a una piastrella in ceramica classica. La grossa differenza consiste soprattutto nella smaltatura che definisce l’apparenza più satinata in superficie. È come se un film protettivo ricoprisse la piastrella che così risulta più uniforme. Tra l’altro la smaltatura può avvenire in varie colorazioni, il gres in generale lascia ampi spazi di personalizzazione.

Che si scelga una tipologia piuttosto che un’altra l’importante è che si verifichi sempre la corrispondenza alla normativa UNI EN 176 ISO BI. Questa sta a significare una capacità di assorbimento dell’acqua inferiore allo 0,5% da parte delle piastrelle. Un elemento importante, come vedremo, per la buona conservazione del pavimento.

Come si conserva il gres?

A questo punto è utile capire quale sia lo stato di conservazione a lungo andare di questo materiale. Innanzitutto cominciamo col dire che il gres ha un costo che va dai 10 ai 20 euro per metro quadro (dipende dalla tipologia), quindi siamo su una fascia piuttosto economica. Questo è un fattore sicuramente importante rispetto al fatto che in Italia il 60% del mercato dei pavimenti è occupato dal gres.

Ma si tratta anche di un materiale che assicura una resistenza agli sbalzi termici, alle abrasioni, ai graffi, agli urti. Sostanzialmente è perfetto per interni e per esterni e probabilmente il nemico che teme di più è l’umidità. Capita, soprattutto per i pavimenti più porosi, quindi soprattutto nel gres naturale, che l’acqua sedimentata possa lasciare degli aloni evidenti sulla pavimentazione. Per questo possiamo dire che il gres è un materiale molto resistente, ma andrebbe pulito nel modo giusto onde evitare problemi.

Per sintetizzare dei semplici consigli diciamo che andrebbe trattato con prodotti specifici (deterdek o altri) oppure con detergenti a bassa presenza di tensioattivi, molecole che abbassano la tensione superficiale dell’acqua e ne permettono l’infiltrazione nelle superfici porose. Infine, asciugare sempre la pavimentazione dopo il lavaggio per evitare la formazione, seppur minima, di ristagni.

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Redazione

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