Pugilato. Vince Khalladi: al tunisino il titolo intercontinentale IBF pesi leggeri

Lacrime di gioia e di delusione. Purtroppo è andata così. Un finale diverso da quello che tutti avrebbero immaginato.

“La vita è imprevedibile. Bisogna accettare tutto. Dopo una bella prima ripresa sono inciampato. Sono caduto male. Non rimpiango nulla. Un solo colpo subìto, una piccola situazione a favore dell’avversario. Da qui il problema alla caviglia”. Un bacio al figlio Tommaso, un saluto alla sua gente, un ringraziamento a quanti lo seguono e continuano a sostenerlo.

E’ Mohamed Khalladi il nuovo campione intercontinentale IBF pesi leggeri 12×3 e non Domenico Valentino.

“Durante la preparazione ne sono successe di tutti i colori. E’ stato complicato. Una settimana fa è venuto a mancare uno dei miei primi tifosi, al quale avrei voluto dedicare l’incontro. Ho ancora tanta voglia. Di sicuro darò l’assalto a questa cintura. Magari confido in una possibile rivincita. Non voglio correre. Non mi abbatte questa sconfitta, intendo ripartire”, spiega affranto il 36enne marcianisano. Ad inizio seconda ripresa (14”), Domenico “Mirko” Valentino subisce il gancio destro che lo mette ko. “Purtroppo sono cose che capitano. Mi dispiace per la gente e per il tempo sottratto alla famiglia. Non mollo. Devo riposare. Obiettivo Europeo”. Esce visibilmente dolorante tra gli applausi.

Allo sconforto del beniamino di casa si contrappone l’esultanza del 32enne Khalladi (nella foto di Rosario Caramiello), che si inginocchia sul ring, piange, salta ed esulta.

“Bellissime sensazioni. Tanti sacrifici alla base: la dieta, due allenamenti al giorno, corsa e palestra. Ci ho creduto tanto. Il lavoro duro paga sempre”. Da Tunisi in Italia dal 2007. “Lunga storia, molto emozionante e molto bella. Sono fiero di raccontarla. Un percorso che mi fa piacere. Mi sono costruito da solo, boxando, imboccando la strada dello sport. Ho scelto una disciplina singolare. Sono soltanto io sul ring a vincere o perdere, sono soltanto io”. E avanza una richiesta specifica: la cittadinanza italiana. “Spero di conquistarla entro il 2021. Non vedo l’ora”.

Il nordafricano, trasferitosi a Genova, esprime una dedica particolare, indossa una t-shirt bianca, che ricorda il ponte Morandi e le 43 vittime, con una mano tunisina che stringe quella italiana. “Una maglietta fatta con il cuore. Dentro ci sono i tanti cuori che non battono più e sono venuti meno, per i miei amici Francesco e Jappa che non ci sono più e riposano in pace”. Serata di pugilato incredibile e non solo. Corrono brividi, scorrono lacrime. “Grande delusione per i marcianisani. Dispiace per Mirko: ho visto con quanta dedizione si è preparato. E’ un grande campione, si rialzerà velocemente. Si rialzerà per nuove sfide e gli saremo sempre vicino. E’ la crudeltà dello sport”, sottolinea Pasquale Orofino, presidente del Great Gym, dove si è svolta la manifestazione in diretta RaiSport. “Due grandi storie, due ragazzi speciali. Entrambi di qualità: uomini e campioni. Chi ha affrontato il Mediterraneo sui barconi, chi in una terra difficile è diventato una vera eccellenza, emergendo attraverso lo sport”, ammette l’imprenditore Orofino. Tre giorni soltanto per allestire in maniera impeccabile un grande evento in una grande struttura come il Great Gym.

“Abbiamo messo in campo il nostro ingegno. Sfida inizialmente prevista all’aperto, poi in pochi giorni allestito un vero palazzetto. Sicuramente possiamo ospitare molti eventi, che spero diventino un’attrazione soprattutto per i ragazzi che devono crescere, destinati a diventare campioni. In una terra particolare vanno costruite scuole e strutture sportive per i giovani. La nostra piscina è occupata già da mille iscritti e sicuramente usciranno atleti di valore. Auspico che i ragazzi possano eccellere in questa terra nello studio e nello sport”, conclude fiducioso Orofino.

Evento internazionale impreziosito dalla presenza di tre campioni del calibro di Angelo Musone, vincitore della medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Los Angeles del 1984, Davide Tizzano, bicampione olimpico di canottaggio a Seoul 1988 e Atlanta 1996, dove Sandro Cuomo, mise al collo l’oro a cinque cerchi. “Si riparte in sicurezza nel pieno rispetto delle normative ministeriali e delle ordinanze regionali. Lo sport lancia un bel segnale forte”, afferma Tizzano, in compagnia della figlia Vittoria. “Delusione per la sconfitta di Mirko. Ci auguravamo tutti che il match avesse un altro epilogo. Lo sport è questo: bisogna accettare il risultato. Domenico si rialzerà in fretta e riprenderà le sue rivincite”, dichiara Cuomo, che ha assistito all’incontro con la moglie Loredana e i figli Valerio e Fabrizio, nuovi astri in pedana.

“Boxe e scherma sono due sport che hanno un’affinità straordinaria: scelta di tempo, misura, finta, inganno. Indurre l’avversario ad avere una reazione che serve a scoprire la guardia. Ho rivisto molti lavori che facciamo con l’arma in mano. Il tutto condito da un’organizzazione splendida al Great Gym di Marcianise, location all’altezza della situazione”, ribadisce l’Hall of Fame. Ring sanificato ad ogni incontro, corde pulite secondo le disposizioni previste. Vincono ai punti Luigi Alfieri (vs Danilo Cioce – pesi welter 6×3), il figlio e fratello d’arte Gianluca Picardi (vs Nestor Amilkar Maradiaga Montiel – pesi super leggeri 6×3), il debuttante Alexandru Ciupitu (vs Michael Mandy – pesi medi 6×3).

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