Referendum Costituzionale, cittadini chiedono a Lamorgese voto domiciliare o per posta

Anziani over 70, malati oncologici, immunodepressi, studenti e lavoratori fuori sede: sono gli elettori che hanno chiesto in questi giorni al Ministro dell’interno Lamorgese la possibilità di votare a domicilio oppure per posta.
Le richieste sono motivate dal timore che recandosi al seggio possano crescere le possibilità di contagio Covid, come nei giorni scorsi avevano fatto presente anche i professori Crisanti e Galli.

In particolare, si chiede che il voto a domicilio, oggi consentito ai soli malati intrasportabili e ai quarantenati, sia esteso anche a coloro cui fino a poche settimane fa era stato raccomandato dal DPCM 8 marzo 2020 di non uscire di casa ed evitare luoghi affollati, ovvero le persone anziane, con stati di immunodepressione o affette da diabete, cardiopatiche e con seri problemi respiratori.

Ma anche gli elettori fuorisede per studio o lavoro, per non esporsi al rischio di spostarsi da una città all’altra per poter votare, chiedono il voto per posta (oggi consentito solo agli italiani all’estero) o di poter votare in un seggio del Comune dove lavorano o studiano.

In assenza di tali misure, i cittadini, coordinati dal centro di iniziativa politico legale “Democrazia radicale”, hanno annunciato che saranno costretti ad astenersi.

Ed è proprio per evitare il rischio astensionismo che Democrazia radicale ha avviato la campagna “Io Voto sicuro”, mettendo a disposizione di quanti non voteranno per paura del contagio un team di legali che presenteranno gratuitamente ricorsi in Italia e alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Al centro dell’iniziativa anche il rafforzamento delle misure di sicurezza per chi andrà al seggio, sull’esempio della Corea del sud, dove è stata previsto un percorso separato per gli elettori che avessero temperatura superiore a 37,5 e, per tutti quanti, l’obbligo di indossare guanti dopo aver sanificato le mani e la predisposizione dei seggi all’aperto o comunque in spazi ampi come le palestre

“Non si tratta peraltro di un problema che riguarda solo le elezioni del 20 settembre, ma tutte quelle che si terranno nei prossimi mesi/anni, che senza le giuste misure saranno condizionate – per non dire falsate – dagli effetti della paura per il Covid.” dichiarano Lorenzo Mineo, coordinatore di Democrazia radicale, e Giuseppe Alterio. “Non crediamo che l’emergenza Covid debba impedire il voto, ma che si organizzi un voto sicuro”.

Democrazia radicale ha anche messo a confronto le misure di sicurezza adottate in Corea del sud con quelle in Italia, disponibili a questo link:
https://www.democraziaradicale.it/2020/09/14/referendum-e-paura-del-contagio-quello-che-manca-allitalia-per-un-voto-sicuro-lesempio-korea/

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Redazione

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