Dalla clean beauty alla safe beauty per il recupero dell’industria cosmetica

Nonostante la difficile situazione che stiamo vivendo e il momento di crisi e incertezza che ha colpito quasi tutti i settori del mercato, i brand cosmetici sembrano essere quelli che più di tutti riescono ad adattarsi a ogni cambiamento riformulando, meglio degli altri, la loro offerta in base ai mutamenti della domanda.

Abbiamo avuto così un periodo dominato dalla “green beauty”, ossia cosmesi veg e a basso impatto ambientale; un periodo recente in cui tutto quanto si basava sulla filosofia della “clean beauty” (prodotti realizzati con pochi ingredienti, utili, naturali e tutti quanti riportati sulla confezione, in maniera chiara, per una maggiore trasparenza); e oggi siamo in un’epoca nella quale una parte molto importante dei consumatori mettono fra le proprie  priorità quella di sentirsi più “al sicuro”, pure quando si tratta di acquistare un rossetto in profumeria.

La parola d’ordine di questi giorni è, quindi, “sicurezza”, così nello studio, come nel lavoro e nel tempo libero: sembra logico dedurre che questo dipenda dalla situazione di emergenza sanitaria nella quale il mondo intero si trova, che sta portando sempre più cittadini ad acquisire una forte consapevolezza dell’importanza della propria salute come di alcune libertà individuali spesso date per scontato.

I più grandi marchi che trattano creme, sieri e make up per la cura della pelle del corpo e del viso stanno nuovamente trasformando il loro modelli di business e i piani di mercato, per offrire alla clientela un tipo di merce che risponda al bisogno di tutelarsi da eventuali malattie, mantenendo al contempo le qualità necessarie per assolvere alla tradizionale funzione di miglioramento dell’aspetto estetico.

Le mutevoli restrizioni messe in pratica per limitare il contagio continuano a mantenere alta l’allerta della popolazione, sia per quanto riguarda la qualità dei prodotti che per i canali di approvvigionamento. Sono tanti coloro che, in occasione del primo lockdown italiano dal dopoguerra ad oggi, hanno optato per fare gran parte degli acquisti su Internet direttamente dal proprio divano di casa: non solo ordinando beni di prima necessità a domicilio, ma anche apparecchi per un’accurata igiene come l’idropulsore dentale, lo spazzolino elettrico e lo scovolino per evitare di recarsi allo studio odontoiatrico senza incorrere in malattie parodontali.

Insomma, stiamo tutti molto più attenti, alcuni addirittura rasentando la psicosi. L’industria cosmetica sta, quindi, cominciando a realizzare tutti i suoi prodotti secondo la filosofia della cosiddetta “safe beauty”: sì alla bellezza, ma con maggiore attenzione alla sicurezza nella cosmesi.

Ma è giusto dire che la safe beauty non si deve intendere solo come una preoccupante tendenza dovuta alle tensioni psicologiche, ma in primis alla consapevolezza e questa precisazione è importante. Consapevolezza significa conoscenza, significa informarsi sui prodotti che si vanno a comprare e che verranno applicati sul proprio corpo.

Curare la propria pelle e stare attenti all’igiene personale, come quella per gli ambienti in cui viviamo, sono due propositi che bisognerebbe portare avanti con costanza e attenzione. Tuttavia l’ossessione per la pulizia, come suggeriscono molti psicoterapeuti, è un problema molto serio, comune e che non si deve sottovalutare durante i momenti di maggiore fragilità come ora.

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Redazione

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