Rischio crisi BCC, Meritocrazia Italia: “Servono nuovi interventi di recupero”
La L. n. 49 del 2016 era già intervenuta in maniera particolarmente invasiva sull’assetto organizzativo del Credito Cooperativo italiano, sistema che, anche a seguito delle modifiche introdotte dalla L. 180/2018 (entrata in vigore a inizio 2019),appare oggi fortemente a rischio.
Questo il commento dell’Avv. Walter Mauriello, Presidente Nazionale di Meritocrazia Italia: “Mi auspica l’adozione di un celere intervento nella direzione del recupero del settore del credito cooperativo, fondamentale per la sopravvivenza di piccole e medie imprese e cooperative. Per questo, propone la predisposizione di strumenti specifici ed adeguati, che permettano una valutazione di affidamento del credito più flessibile, con una attenzione sempre maggiore per le peculiarità territoriali che meritano la possibilità di risultare destinatarie di interventi di sostegno meno standardizzati e più vicini alle esigenze degli operatori.”
“Gli effetti della riforma sembrano, infatti, non rendere giustizia alle intenzioni di efficientamento del settore , anche perché, nei fatti, i costi di gestione risultano notevolmente aumentati e le economie di scala prospettate non si sono manifestate – si legge nella nota di Meritocrazia Italia-. A ciò si aggiungano le preoccupazioni per una governance non sempre pronta ad affrontare l’insidioso contesto di mercato e l’elevato margine di conflitti di interesse riscontrato nella gestione delle pratiche di credito. La mole dei regolamenti in essere e la riarticolazione dell’organizzazione interna aumentano il livello di complicazione burocratica e forti sono i timori per la particolare rischiosità del credito concesso da enti che più di altri hanno risentito della prolungata fase di recessione e che, per il forte radicamento a livello territoriale, non beneficiano degli effetti della diversificazione di portafoglio tipici delle banche operanti su scala nazionale. Non sembra, pertanto, del tutto infondato l’allarme lanciato da vari analisti sulle possibilità di lento decesso delle BCC. ed, atteso che il tessuto produttivo del Paese è caratterizzato per lo più da piccole medie imprese e cooperative che reggono l’attività grazie all’accesso a credito, questo comporterebbe, come ovvio, un irrimediabile danno economico su scala nazionale. Per tali ragioni Meritocrazia Italia, al fine di adeguare il sistema in essere nel tentativo di preservare le peculiarità del comparto del credito cooperativo, propone di: ∙ adottare sistemi di vigilanza adeguati rispetto alla dimensione degli istituti, che evitino di inficiarne la gestione operativa tipica; ∙ garantire maggiore autonomia alle BCC presenti nella prima fascia di merito, se del caso con intervento sulla previsione normativa di cui all’art. 37 t.u.b.; ∙ prevedere l’adozione di principi contabili nazionali semplificati rispetto a quelli inerenti la contabilità internazionale; ∙ assicurare il mantenimento del collegamento territoriale e dell’identità cooperativa delle BCC, quali aspetti caratterizzanti le stesse e che favoriscono, soprattutto per alcune zone d’Italia, la possibilità di sviluppo economico e sociale; ∙ favorire la predisposizione di un contratto di coesione tra le parti capace di mettere in chiarezza i contenuti dello statuto della capogruppo, che non potranno essere i medesimi di una qualsiasi banca in forma di società per azioni, ma dovranno tener conto della sua missione principale e non accessoria di controllo e indirizzo delle attività delle singole BCC, e dar supporto alle stesse al di fuori di attività concorrenziali dirette; auspicando l’adozione di un celere intervento normativo di attuazione dei propositi suggeriti, nella direzione del recupero di un settore fondamentale per la sopravvivenza di piccole e medie imprese e cooperative. Il processo di deburocratizzazione e semplificazione del sistema del credito delle BCC deve, in ultima istanza, mirare a facilitare il lavoro di tali tipi di istituti di credito, nondimeno imponendo agli stessi la creazione ed adozione di strumenti specifici ed adeguati, che permettano una valutazione di affidamento del credito più flessibile, con una attenzione sempre maggiore per le peculiarità territoriali che meritano la possibilità di risultare destinatarie di interventi di sostegno meno standardizzati e più vicini alle esigenze degli operatori del territorio”.