Casalesi, risolto dopo 30 anni l’omicidio di Nicola Cioffo
Nella mattinata dell’11 novembre 2020, presso le case circondariali di Caltanissetta e Rossano, militari del Nucleo Investigativo Carabinieri di Caserta hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 6.11.2020 dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della D.D.A. di Napoli, nei confronti di De Luca Corrado (cl.1967, residente in San Cipriano d’Aversa, attualmente detenuto) e di Verde Salvatore (cl.1968, residente in Casapesenna, attualmente detenuto), entrambi già detenuti per altra causa, ritenuti responsabili in concorso di omicidio premeditato, con l’aggravante di aver commesso il delitto con lo scopo di agevolare l’associazione camorristica denominata clan dei Casalesi.
L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Caserta tra gli anni 2018 e 2019 sotto il coordinamento della DDA di Napoli, anche attraverso il riscontro di molteplici dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, ha consentito di accertare la responsabilità dei predetti in ordine all’omicidio di Cioffo Nicola (detto “Torroncino”, cl.1964, già residente in Casal di Principe, coniugato, pregiudicato), avvenuto in Villa Literno (CE) in data 3.2.1990.
In particolare, l’impianto probatorio acquisito ha consentito di:
- identificare quali esecutori materiali Venosa Luigi (cl.1953, deceduto in data 07.08.2018), De Luca Corrado e Verde Salvatore;
- accertare la dinamica dell’evento delittuoso: nel dettaglio si appurava che Cioffo Nicola, alias “Torroncino”, in data 3 febbraio 1990, dapprima era stato condotto presso l’abitazione di Venosa Luigi, ai tempi capo dell’omonimo gruppo criminale, ed in tal luogo lo stesso era stato dapprima oggetto di un violento pestaggio, successivamente fatto segno con diversi colpi d’arma da fuoco; i killer, al fine di disfarsi del corpo, lo avevano caricato a bordo di una vettura e lo avevano trasportato nelle campagne di Villa Literno, in località “Ciannitiello”, ove, ancora vivo, lo avevano dato alle fiamme e contestualmente finito con diversi colpi d’arma da fuoco;
- comprendere che l’omicidio era stato decretato in virtù dell’appartenenza criminale del Cioffo alla fazione dei bardelliniani.
L’esecuzione è dunque da inquadrare nella guerra di camorra, avvenuta tra gli anni ’80 e ’90, tra le due anime dei Casalesi, quella dei “bardelliniani” e quella degli “Schiavone”; in particolare questi ultimi, come documentato già dai numerosi provvedimenti giudiziari che hanno ricostruito gli assetti dell’organizzazione criminale, a ridosso degli anni ’90, avevano stabilito l’eliminazione fisica di tutto il gruppo dei “bardelliniani”, al fine di acquisire l’egemonia criminale territoriale imponendosi così in regime monopolistico nell’ambito della gestione illecita dei rifiuti, delle estorsioni, nell’aggiudicazione degli appalti delle opere pubbliche.