Come fare un buon caffè con la moka
Per chi ama il caffè, soprattutto quello tradizionale, prepararlo con la moka è un vero e proprio rito: riempire la caffettiera, riporre il macinato e attendere con ansia il profumo che si espande per tutta la casa è un’azione quasi catartica, che porta il buonumore e ricarica le energie!
Ma realizzare un buon caffè con la moka non è così semplice come potrebbe sembrare; bisogna prestare molta attenzione agli strumenti utilizzati, alle dosi applicate e godersi il momento della degustazione in pieno relax.
Caffè con la moka: cosa serve e come procedere
Se si guarda con estrema diffidenza la macchinetta per caffè in cialde o in capsule e si è ancora legati al tradizionale caffè con la moka, ecco cosa serve e come bisogna procedere per ottenere un risultato ottimale:
Scegliere e riempire la moka
Generalmente, chiunque possiede una classica moka napoletana. La prima è stata inventata nel 1933 da Bialetti ma ormai, in commercio, ne esistono davvero di tanti tipi, che si differenziano per estetica e capienza. La moka può essere definita un vero e proprio capolavoro dell’ingegneria, uno strumento che tutto il mondo invidia all’Italia proprio per il suo funzionamento e per l’eccellenza del caffè che riesce a realizzare.
Per mantenerla sempre al meglio ed estremamente funzionante necessita di qualche accorgimento di manutenzione: la guarnizione interna dovrebbe essere cambiata ogni 2-3 mesi e non deve mai essere lavata utilizzando il sapone, ma solo con acqua calda. Il caffè, infatti, con la sua componente grassa riveste le pareti interne proteggendo la caffettiera ed evitando di sentire, nel bere il caffè, il fastidioso sapore metallico tipico dell’alluminio.
Dosi e qualità dell’acqua
C’è chi utilizza acqua a temperatura ambiente e chi fredda, chi sceglie quella del rubinetto e chi invece predilige quella minerale da bottiglia. A prescindere da tutto questo, l’unico fattore importante riguarda la quantità di calcare presente al suo interno: non deve essere elevata, così come quella dei sali disciolti. Entrambi, infatti, non fanno altro che incidere negativamente sul lavoro della moka e alterare il sapore reale del caffè.
Nel momento in cui si versa l’acqua all’interno del serbatoio, è importante ricordare che non si deve superare la valvola ma, al massimo, si può arrivare a metà. Questo perché tra il filtro che contiene il caffè e la superficie dell’acqua deve rimanere uno spazio di aria che consenta il corretto funzionamento della moka.
Il caffè: quale scegliere e quanto utilizzarne
La tipologia del caffè da utilizzare per la moka si può scegliere in base al proprio gusto personale: c’è chi ama i sapori più intensi e forti e chi, invece, predilige qualcosa di più leggero e cremoso. In ogni caso, è assolutamente da provare Arabica 100% di Caffè Aiello, premiata all’International Coffee Tasting 2019 come migliore miscela per moka. Una grande soddisfazione, quindi, per l’Italia che può vantare la produzione e la commercializzazione di uno dei caffè espresso migliori al mondo! In alternativa, si può sempre scegliere una miscela Robusta oppure un decaffeinato (soprattutto se si cerca di limitare l’assunzione di caffeina senza rinunciare al sapore di un buon caffè), l’importante è che si tratti di una tipologia a grana grossa e, quindi, realizzata appositamente per la moka.
Per quanto riguarda la quantità da utilizzare, bisogna tenere a mente che il caffè nel filtro non deve mai essere pressato, altrimenti l’acqua non riesce ad infiltrarsi correttamente per estrarne tutte le componenti. Per procedere al meglio, quindi, basta versare qualche cucchiaino fino al riempimento del filtro e battere quest’ultimo su una superficie, in modo da far allineare il contenuto in modo naturale. Al massimo, si può aggiungere giusto la punta di un cucchiaino per creare una “montagnetta” finale ma l’idea che più caffè c’è e migliore sarà il risultato è assolutamente da abolire!
Fatto questo, bisogna stringere per bene la moka e poggiarla sul fuoco.
Come gestire il fuoco e per quanto tempo
Adesso inizia la vera e propria magia: la moka va posizionata sul fornello più piccolo a fiamma bassa. La caldaia, raggiungendo una pressione di circa 2 atmosfere, permette all’acqua di arrivare ai 90°C di temperatura e di risalire lungo il filtro, in modo da iniziare il suo lavoro di estrazione a caldo del caffè. Successivamente, si incanala lungo il camino della parte superiore della moka facendo fuoriuscire la bevanda e inondando l’ambiente circostante di un profumo inconfondibile!
Il momento di spegnere il fuoco è dettato dagli schizzi di acqua dall’ugello di erogazione, chiaro segnale della sua completa evaporazione. A questo punto, bisogna alzare il coperchio e mescolare lentamente: solo così la parte pesante e quella leggera della bevanda si equilibreranno al meglio, garantendo lo stesso risultato ottenuto nei migliori bar.
Zucchero sì o zucchero no?
Questa è una bella domanda: in generale, i veri estimatori del caffè lo bevono amaro, in modo da assaporarne appieno il gusto intenso; chi non riesce a tollerare un sapore decisamente amaro, invece, preferisce aggiungere un pizzico di zucchero. Quest’ultimo nasconde i difetti e altera un po’ l’aroma originale ma, in fondo, regala le stesse emozioni con lo stesso forte coinvolgimento!