Napoli. NurSind: “Il Cardarelli, in pochi mesi,da covid free a full covid”
“Quando istituzioni e dirigenza parlavano di un ospedale covid free, i dipendenti dell’Azienda Cardarelli hanno sempre pensato che si trattasse solo di una questione di tempo. E alla fine è bastato meno di un anno per rendere anche il più grande nosocomio del meridione una vera e propria polveriera. La gestione inizialmente sembrava sortire gli effetti desiderati, con la nascita di 2 padiglioni dedicati solo a pazienti covid, con degenze, camere operatorie, diagnostiche e terapia intensiva. Poi è iniziata una disastrosa escalation fatta di percorsi sbagliati, DPI non adeguati e mancanti, gestione di accessi e ricoveri approssimativa. Il tutto culminato con l’inevitabile contagio di numerosi dipendenti e l’occupazione di posti letto di degenza con pazienti covid positivi”. E’ quanto denuncia il sindaco NurSind.
“È il caso dell’Osservazione Breve Intensiva (O.B.I.) del pronto soccorso diventata ormai reparto covid con pazienti che necessitano di assistenza respiratoria e del pronto soccorso stesso che ospita pazienti positivi e negativi in assoluta promiscuità. Qualcuno è per caso capace di prevedere che i pazienti negativi in pronto soccorso non possano essere stati contagiati da quelli positivi presenti negli stessi locali? No. E infatti i reparti del Dea, che continuano ad accogliere ricoveri, ogni giorno sono costretti a fare i conti con pazienti covid positivi. -segnalazione di un dipendente alla segreteria territoriale NurSind Campania- È questo il caso della chirurgia d’urgenza e trauma center, che nel giro di soli 3 giorni, durante gli screening quotidiani, hanno rilevato la presenza di pazienti covid positivi che occupano i posti letto di degenza ordinaria. È sì vero che non si tratta dei primi casi di positività in suddetto reparto, ma a differenza dei casi isolati individuati negli ultimi mesi, quello verificatosi nell’ultima settimana può essere definito un vero e proprio focolaio. Infatti ai pazienti si aggiungono inevitabilmente medici, infermieri ed oss anch’essi positivi. – il sindacato NurSind,continua- Non trattandosi di un reparto covid, è previsto il trasferimento dei pazienti positivi in altre strutture, sia dell’Azienda che sul territorio, ma al momento i trasferimenti vanno a rilento e la direzione non si esprime a riguardo. Il problema reale e serio è la mancanza di percorsi adeguati con spazi dedicati alla vestizione ed alla svestizione, il ricircolo dell’aria in reparto, la struttura del reparto stesso che vede un unico corridoio con ovvie difficoltà a gestire insieme i pazienti positivi e negativi. La situazione in poche parole è critica, con il personale di reparto che arranca, cerca soluzioni in totale autonomia, ma comincia a crollare. Se la situazione dovesse rimanere tale, con un reparto ormai promiscuo, assenza di disposizioni dall’alto, continui ricoveri, mancata riorganizzazione del reparto, si prevedono altri contagi a stretto giro sia di pazienti che di personale. È per tutte le situazioni descritte sopra che il personale della chirurgia d’urgenza e trauma center , nel caso dovesse continuare il silenzio e l’assenza della direzione, è pronto allo stato di agitazione fino all’autoconsegna”.