Smart working: come cambia il lavoro

Il 2020 si rivela un anno memorabile per diversi aspetti e tra questi anche l’incremento delle attività lavorative svolte da casa, che hanno segnato l’inizio di una nuova epoca. Al riguardo le posizioni sono abbastanza contrastanti. In alcune circostanze la gestione del lavoro in un contesto fisico influenza l’efficienza del lavoro stesso. Soprattutto quando questa include la costante interazione con i colleghi e l’esigenza di condividere informazioni in modo repentino.

In molti altri casi, però, si è visto che lo smart working ha migliorato la produttività e ha ridotto le spese e i costi di gestione che gravano sugli imprenditori. Per questo non sono poche le aziende italiane che, una volta approcciatesi a questo nuovo metodo, hanno deciso di abbandonare del tutto la struttura fisica e impiegare le proprie risorse cercando di rafforzare gli strumenti digitali.

La digitalizzazione dei processi interni può comportare opportunità di profitto maggiore per l’azienda e di conseguenza per i dipendenti. Un altro sviluppo positivo è quello relativo al superamento delle barriere fisiche. Ciò vuol dire che chi risiede in zone dove è difficile trovare occupazione, potrà lavorare senza dover lasciare il luogo in cui risiede.

Del resto prima ancora che lo smart working diventasse una necessità, già molte aziende legate al mondo digitale erano riuscite a strutturarsi e a crescere lavorando esclusivamente da remoto. È questo il caso di agenzie come InAlto Web che non hanno sede fisica e, la gestione di collaboratori, così come quella dei clienti e dei progetti, avviene totalmente da casa. Gli strumenti tecnologici se utilizzati nel modo corretto, permettono di poter organizzare il lavoro in modo razionale e coerente anche se non si è in presenza nello stesso edificio.

A prescindere dalle necessità del momento, la pratica del telelavoro sembra in ascesa. Anche dal sondaggio di Aidp, l’Associazione italiana dei direttori del personale, si evince che c’è una propensione ad allungare le attività in smart working anche quando la situazione circostante inizierà ad essere più normale. Il prossimo anno, dunque, potrebbero essere molte di più le aziende che decidono di tutelare la salute e la sicurezza dei loro dipendenti investendo sul lavoro da remoto.

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Redazione

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