(VIDEO) Covid, Rezza: “Una Regione può sempre applicare la zona rossa”
“Il trend sembra mostrare una certa stabilizzazione ma non sappiamo ancora se possiamo vedere gli effetti di alcuni provvedimenti presi, come il dpcm e alcune ordinanze regionali su uso continuativo delle mascherine di cui dovremmo iniziare a vedere effetti. Abbiamo avuto un forte aumento dei casi e adesso vediamo una stabilizzazione ma su livelli piuttosto elevati, ci auguriamo di vedere qualche segnale positivo”. Lo ha detto il direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza alla conferenza stampa tenuta allo stesso ministero sull’analisi della situazione epidemiologica da Covid-19 in Italia.
“Le Regioni piu colpite sono la Lombardia, il Piemote e la Campania che registrano molti postivi. Sono regioni che in termini di tasso di incidenza sono piuttosto alte, piu o meno al livello della Lombradia; l’incidenza è elevata anche in Veneto mentre in Lazio vediamo un leggero incremento pero’ sembra essere abbastanza graduale. Poi ci sono regioni piu’ piccole come l’Umbria con 500 casi circa, che in termini di incidenza sulla popolazione è piuttosto elevata” .
Quali regioni sono in zona rossa “è ancora in via di valutazione; è un combinato disposto di criteri di incidenza e tendenza, valore Rt e 21 indicatori compresi quelli di resilienza, cioè su quanto il sistema è in grado di rispondere – continua Rezza -. Credo che l’applicazione di zone rosse da parte delle Regioni, a parti piccole del territorio, a livello subregionale – ha sottolineato – sia un meccanismo del tutto praticabile”. “Diminuire l’afflusso ai Pronto soccorso e alle strutture ospedaliere è in questo momento assolutamente una priorità, perchè se è vero che la mortalità tende ad essere più bassa, quando aumentano i casi cresce il numero dei decessi dopo un pò di tempo”, ha sottolineato Gianni Rezza, aggiungendo che “Con una patologia che nella maggioranza dei casi ha pochi sintomi – ha detto – bisogna ridurre il rischio di ingolfare le strutture ospedaliere”.