Aversa. Covid, Di Virgilio: “Le scuole sono pronte? Beh, no. Per nulla”

“Domani, molti bambini aversani dovrebbero cominciare o ri-cominciare ad andare a scuola. Dovrebbero tornare in classe. Anche se non si comprende la reale necessità di rientrare a pochi giorni dalle vacanze di Natale, viene da chiedersi: ma le scuole sono pronte? Beh, no. Per nulla. Nonostante l’amministrazione abbia avuto a disposizione lunghi mesi per correre ai ripari e consentire un regolare svolgimento delle lezioni al rientro in classe degli alunni (in qualunque momento), ad oggi con grande disappunto constatiamo la situazione allucinante in cui versano alcuni (molti) istituti aversani”. Così l’ex consigliere comunale Francesco Di Virgilio.

“Nessuna manutenzione ordinaria (figurarsi la straordinaria), scuole senza mensa per eterni lavori mai nemmeno iniziati ed altre senza poter disporre delle condizioni minime di praticabilità. I genitori restano basiti, delusi e perplessi nel leggere le circolari Scolastiche che, pur confermando l’inizio delle lezioni, informano che le aule non saranno riscaldate perché il Comune (inteso come autorità e non come immobile) non ha trovato in questi mesi né tempo e né modo per provvedere alla semplice manutenzione delle caldaie. Praticamente si invita i piccoli alunni (3-7 anni) a presentarsi in classe muniti di pazienza, buona volontà, giacconi e doposci. Questi signori, constatato che nel modo di amministrare la cosa pubblica si cimentano esclusivamente nell’immobilismo assoluto e totale, non hanno voluto smentirsi nemmeno nell’ambito scolastico. Hanno fatto della nullafacenza un emblema di coerenza inarrivabile. Non che possa sorprendere il fatto che non abbiano a cuore le sorti, e la salute, dei nostri studenti, ma lascia interdetti il fatto che anche semplicemente l’invio di un tecnico, di un idraulico, di un fabbro o di un giardiniere a controllare lo stato dell’arte nelle scuole cittadine, pare essere compito troppo gravoso o impegnativo per i ”giovani del cambiamento” al comando. Troppo impegnati forse in beghe interne, salti della quaglia, inciuci, manifesti, liste di proscrizioni, faide e regolamenti di conti, hanno scelto, coerentemente, di continuare sulla stessa falsariga dei primi, demotivanti, diciotto mesi, e di attribuirsi l’ennesimo (forse ultimo. O forse no…) immeritato stipendio senza fare assolutamente nulla di utile per la città. Visto che siete ancora lì, incollati alla poltrona, provate almeno ad accendere una caldaia e salvare un briciolo di dignità…ve lo chiedono le bambine e i bambini di Aversa”.

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Redazione

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