Aversa. Crisi amministrativa, Di Virgilio: “No al mercato delle poltrone: subito nuove elezioni”
“Avevo deciso di non scrivere nulla perché lo spettacolo indecoroso andato in scena tra i componenti della maggioranza aveva fin troppo offeso gli aversani in un momento così delicato per la città e l’intera umanità… ma la vergognosa contesa per chi voleva una poltrona e chi non la voleva proprio mollare, ha assunto toni aspri e violenti al limite della decenza: chi voleva teste da mozzare, chi continuava a mandare messaggini alla minoranza implorando di votare a favore, chi scappava dai banchi, chi staccava il collegamento in rete. Insomma un vero teatro dell’assurdo”. Lo afferma l’ex consigliere comunale Francesco Di Virgilio.
”Una pantomima da Impero Romano che ha visto degenerare e incalzare il ” Sindaco mimo istrionico” sui soggetti politicamente osceni della sua attuale, ex e ”futura?” maggioranza, risaltando le sanìe che infetta le amministrazioni e mortifica la politica. Non hanno saputo amministrare la città; non hanno voluto stare tra la gente; non hanno saputo ascoltare; non sono riusciti a risolvere uno, che sia uno, tra i problemi della comunità; dulcis in fundo non hanno saputo tenere assieme la loro stessa maggioranza. Dopo poco insediati già litigavano per una poltrona o per un incarico. Assegnavano incarichi a professionisti casertani di migliaia di euro che risultavano solo uno spreco di denaro pubblico, prelevato dalle tasche di noi cittadini. In aggiunta ai tanti assessori sempre assenti o in viaggio per il mondo che sono costati alla città in un anno e mezzo oltre 300 mila euro. Per cosa? Per poche delibere (qualcuna anche errata) e un paio di manifestazioni. Vergognatevi!
E loro cosa fanno? Invece di rinchiudersi nelle loro case a meditare sul disastro totale di un anno e mezzo di dolce far niente, hanno sciolto i propri cani da social, quelli veri e quelli con profilo fake, sempre pronti a controllare ogni commento, ogni critica, ogni momento poco gradito. Una rete capillare di galoppini virtuali pronti a tutto pur di raccontare finte verità e storie immaginarie presenti solo nella propria fantasia. Esercito della falsa salvezza e della torbida purezza. Guardiani e custodi della santità del venerabile beato martire. Legionari del consenso a tutti i costi. Armata del so tutto io “perché io sono io e voi non siete un cavolo”. Sacerdoti della litania del vittimismo cosmico. Ora, dopo che tra di loro se le sono dette di cotte e di crude nel civico consesso, dimostrando la loro reale immagine, e chissà quante se ne diranno ancora nei prossimi giorni, nel proprio delirio di onnipotenza e onniscienza si sono organizzati persino una ridicola petizione on line che spingesse la gente a chiedere al sindaco di RESTARE. Ma come? Ma cosa? Non si è dignitosamente dimesso come avrebbe fatto chiunque al posto suo? No! Si è ritrovato (per ora) senza maggioranza e non è riuscito a far approvare lo scostamento del bilancio. Da qui, si va a casa. Tutti. Punto. A meno che… A meno che questa petizione non sia rivolta a qualche consigliere di minoranza (ribaltone, inciucio, poltronismo, fate un po’ voi) nella speranza che venga votato e il gattopardo martire piangente ritorni in sella. La stessa da cui è stato disarcionato dai suoi stessi compagni di Credo. Da quelli onesti. Dalla brava gente. Insomma, da quelli come lui. Attenzione:: non da quelli di prima. Da quelli nuovi e belli che ha tanto baciato e abbracciato. Ebbene, questa assurdità della petizione, o è rivolta a loro o non serve a nulla se non a fare ancora e ancora e ancora le vittime. Vittime di sé stessi. Perché in un Paese democratico quale si pregia di essere l’Italia, una petizione per fare un sindaco esiste già e si chiama ‘Nuova elezione’”.