Aversa. Fine amministrazione Golia, PaP: “Covid ha solo ritardato la crisi amministrativa già palese dopo pochi mesi di vita”
“Si è conclusa con una crisi già annunciata all’interno del proprio partito il PD l’esperienza amministrativa del Sindaco di Aversa Alfonso Golia, votato al ballottaggio del 2019 da un terzo degli elettori della città. Non è facile dare un giudizio sul lavoro svolto in questi 17 mesi da una giunta tecnica praticamente immobile, che anche nei mesi di crisi di pandemia COVID è stata costretta (suo malgrado?) ad appoggiarsi a strutture del Terzo Settore (Caritas e Croce Rossa) per affrontare l’emergenza senza risorse strutturali, né economiche né di personale. Per paradosso, lo stesso COVID ha probabilmente ritardato la crisi di una Amministrazione già palese dopo pochi mesi di vita. Gli scontri all’interno di casa PD tra gruppi e bande rivali si sono susseguiti anche nella campagna elettorale delle scorse elezioni regionali”. E’ l’analisi dell’assemble acittadina di Potere al Popolo Aversa.
“Non si può negare l’affanno e le continue smentite sulla spaccatura interna che invece impantanava Golia anche sull’ordinario. Certo la chiusura del MOF (Mercato Ortofrutticolo), il trascinarsi del contenzioso con la vecchia società della raccolta rifiuti, il buco di bilancio, la stasi con le associazioni che sostenevano i progetti per l’ex Ospedale Psichiatrico “Madddalena”, il tenersi nel cassetto la raccolta di firme contro l’amianto, il balbettio e la sudditanza nei confronti della deluchiana ASL, il silenzio sul taglio delle corse dei trasporti, il tira e molla sul PUC (Piano Urbanistico della Città), il silenzio sulla riappropriazione degli spazi cittadini come l’ex Texas, gli studentati vuoti e abbandonati a se stessi, l’isolamento di una giunta tecnica lontana dalle aspirazioni della città (l’elenco potrebbe allungarsi) sono tutti episodi concreti in cui abbiamo visto come Golia e i suoi Assessori hanno mostrato limiti e debolezze esplosi con il voto contrario al Bilancio della sua stessa maggioranza. Sappiamo che il vincolo di Bilancio imposto dall’Unione Europea imbriglia l’attività dei Sindaci alla logica dei tagli, alla delega ad altri del sociale, agli spiccioli da elemosinare in Regione, al ricorrere al lavoro grigio di LSU ed APU o lavoro gratis del servizio civile; tutto questo si sapeva ed è stato sottaciuto già in campagna elettorale, perciò il sogno di “rivoluzioni” poteva solo essere mera speranza. Non ci meraviglia il voto palesato Consiglio Comunale, pubblica esplicazione di ben conosciuti appetiti speculativi e di potere, esercizio di quelle consorterie che hanno votato contro immaginando nuovi assetti. Ma la crisi sistemica è anche politica e macina contraddizioni che ben si affiancano alla caratteristica del trasformismo (sempre attuale) delle classi dirigenti che fanno ripiombare la città a scenari ottocenteschi o di pre-ventennio fascista. Le aggregazioni o le coalizioni elettorali, mascherate spesso da liste civiche indefinite con clan alle spalle, acuiscono il disorientamento popolare e fanno implodere esperienze come quella della Giunta Golia e frustrano ancora di più l’esigenza di una rappresentanza chiara soprattutto nelle classi subalterne. Nella prossima primavera andranno al voto decine di città italiane, tra cui alcune fra le maggiori del nostro Paese: Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli. In ognuna di queste Potere al Popolo proporrà un progetto alternativo alle tre destre che in vario modo amministrano il Paese e che rappresentano soprattutto le esigenze padronali, le lobbies, gli speculatori e di certo non i settori popolari; c’è necessità di un percorso autonomo e indipendente che spezzi questo sistema spartitorio cercando alleanze sociali nei movimenti di lotta, nei sindacati conflittuali, nei movimenti ambientalisti, fra gli insegnanti e gli studenti critici, nei soggetti appartenenti all’enorme area del lavoro nero e del precariato, all’interno dell’esercito dei disoccupati per liberare le città. Un progetto che noi Potere al Popolo di Aversa non possiamo non condividere, rilanciando questo possibile progetto di Città Futura con programmi realistici e soprattutto sostenuti nella speranza di trasformazione dalla volontà popolare di rendere umano il volto delle città”.