Covid, Cappabianca: “Peste di questo secolo ma anche grande opportunità”

“A proposito di formazione, comunicazione e informazione, il Covid, che sicuramente e’ stata la peste di questo secolo iniziato in maniera improvvida, rappresenta una grande opportunita’ perche’ ha messo a nudo il disagio della nostra struttura sociale, il disagio formativo, quello conoscitivo, quello culturale. Questo, paradossalmente, si puo’ tramutare in una grande opportunita’. Conoscere tutti i buchi del sistema da’ alle generazioni che siano impegnate, che abbiano fame, voglia, passione e slancio la possibilita’ di ricostruirlo”. Queste le parole all’agenzia Dire di Paolo Cappabianca, presidente della Sinch e direttore della divisione di Neurochirurgia dell’Universita’ degli Studi di Napoli Federico II.
Indispensabile collaborazione con altri settori scientifici
Cappabianca: “Mio programma improntato a formazione e a conoscenza”

“Le linee guida che hanno ispirato il programma che ho presentato ai soci della Societa’ italiana di Neurochirurgia sono essenzialmente improntate alla formazione ed alla conoscenza come strumenti di progresso nel campo della neurochirurgia e delle generazioni del futuro, ma anche di quelle che gia’ praticano il campo da anni perche’ oggi le informazioni si aggiornano, si implementano e si stravolgono nell’arco di pochissimo tempo, non piu’ in decenni. Le dorsali lungo cui si muove la Sinch – prosegue – sono legate alla collaborazione con altri settori scientifici. Oggi la neurochirurgia funzionale piu’ che mai non puo’ fare a meno di rapporti strettissimi con l’ingegneria, la statistica, la matematica, la radiologia. Si parla, ad esempio, di radiomica e cioe’ la possibilita’ di interpretare gia’ dalle immagini radiologiche settori strettamente biologici e molecolari dall’analisi di campioni enormi di dati. Questa collaborazione con le altre discipline – conclude Cappabianca – non e’ solo benefica, e’ indispensabile”.

Giovani devono respirare atmosfera altre parti mondo
Cappabianca: “Per prestigio internazionale neurochirurgia italiana”

“La neurochirurgia italiana si e’ guadagnata una posizione di prestigio nel panorama internazionale grazie ad una attivita’ scientifica che e’ stata molto apprezzata in tutto il mondo e che ha avuto la consacrazione con l’elezione di Franco Servadei a presidente della World Federation of Neurosurgical Societies (Wfns), prima volta di un italiano al vertice mondiale delle societa’ neurochirurgiche. La possibilita’ di ottenere un risultato del genere – spiega alla Dire – si costruisce facendo vivere i giovani nel mondo, non tenendoli arroccati nella propria struttura, nella propria sede, nelle proprie competenze che oggi sono in qualche modo limitate perche’ ogni centro puo’ far bene in uno dei settori della neurochirurgia, ma non in tutti. I giovani, quindi, devono andare – conclude il presidente della Sinch – a respirare l’aria e l’atmosfera di altre parti del mondo. Sempre, tutti”.

Scuole specializzazione parte fondante rinnovamento 
“No demagogia, attenzione a necessità e oppotunità lavoro”
“L’attenzione alle scuole di specializzazione e’ parte fondante del rinnovamento. Al di la’ della propaganda e della politica, pero’, c’e’ bisogno che si facciano bene i conti con le esigenze della popolazione nei settori specifici: non si deve fare demagogia, si deve fare attenzione a quelle che sono le necessita’ e le opportunita’ di lavoro per formare bene il neurochirurgo del domani”.
Trattare tumori cerebrali conoscendo meccanismi molecolari 
“Scienziato e chirurgo sono due elementi affiancati”

Per Paolo Cappabianca, presidente della Sinch e direttore della divisione di Neurochirurgia dell’Universita’ degli Studi di Napoli Federico II, “le frontiere della Societa’ italiana di Neurochirurgia nel trattamento dei tumori cerebrali non possono prescindere dalle tecniche e dalle tecnologie, ma devono essere precedute dalla conoscenza dei meccanismi molecolari di base che sono alla radice di queste patologie. In alcuni Paesi che investono piu’ di noi, ad esempio gli Stati Uniti, i neurochirurghi – racconta alla Dire – sono regolarmente iscritti a programmi di scienze di base proprio nelle prime fasi della loro formazione. Quello dello scienziato e del chirurgo di sala operatoria, dunque, non sono due elementi separati, ma affiancati e addirittura quello biomolecolare quasi sempre precede quello professionale in sala operatoria”.

Sono un lavoratore quotidiano della neurochirurgia 
Presidente Sinch: “Telemedicina va affiancata a contatto interpersonale”

“La telemedicina si e’ rivelata, in questa fase, assolutamente necessaria e si e’ rivelata un complemento, un supplemento, a quello che era il contatto interpersonale con l’ammalato e fra medici, fra professionisti. È uno degli elementi che certamente va sviluppato e che non andra’ a sostituire il rapporto interumano, e’ fondamentale che non sia sottovalutata e non sia sopravvalutata. Parlare poi di quanto rilievo la robotica, l’intelligenza artificiale ed altre iperspecialita’ avranno nella nostra vita quotidiana – aggiunge – mi risulta difficile perche’ e’ come se io quarant’anni fa avessi detto cosa avrebbero fatto i computer nella nostra vita, non lo avrei neanche immaginato. Questi voli pindarici li lascerei a un sognatore, a una persona eccezionale, io non lo sono, io – sottolinea Cappabianca – sono un lavoratore quotidiano di questa disciplina”.

Print Friendly, PDF & Email

Redazione

Per info e comunicati: [email protected] | [email protected]

admin has 104157 posts and counting.See all posts by admin

error: Contenuto Protetto!