Fatturazione elettronica, Alfano: “Leva per crescita digitale del Paese”
L’introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica BtoB e BtoC, insieme alla trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri, ha avuto origine dalla necessità di aumentare il livello di compliance dei contribuenti verso gli adempimenti previsti dalla normativa tributaria nazionale, consentendo all’Amministrazione Finanziaria di osservare ed analizzare i comportamenti dei medesimi contribuenti e rilevare tempestivamente eventuali anomalie. Un recente studio della Commissione Europea «Vat Gap» ha evidenziato che nel 2018 i Paesi dell’UE hanno perso quasi 140 miliardi di euro di entrate provenienti dall’imposta sul valore aggiunto, con l’Italia che si conferma prima in UE per evasione dell’IVA in valore nominale, con perdite per le casse dello Stato italiano di quasi 36 Miliardi di euro.
Nel 2019, primo anno di introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica tra privati, sono stati trasmessi, tramite il Sistema di Interscambio, oltre due miliardi di file fattura. Al contempo, sempre nel 2019, si è osservato un incremento del gettito IVA derivante da scambi interni superiore a 2,9 miliardi di euro, decisamente maggiore a quello atteso in base all’evoluzione del ciclo economico. Al netto di fattori congiunturali di carattere macro economico, si è stimato, che l’impatto della fatturazione elettronica abbia indotto un extra-gettito quantificabile in un ammontare valutabile fino a 2 Miliardi di euro (Fonte: MEF – Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva – anno 2020).
Accertata l’utilità della fatturazione elettronica, quale misura di contrasto all’evasione fiscale analizziamo altri aspetti di non minore importanza. L’indice dell’economia e della società digitale (DESI 2020), elaborato dalla Commissione Europea, racchiude indicatori volti a misurare le performance, in ambito digitale, dei Paesi Europei. Nell’ultimo anno, tutti i paesi dell’UE hanno migliorato la propria competitività digitale. Finlandia, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi hanno ottenuto i punteggi più alti nel DESI 2020 e sono tra i leader mondiali nella digitalizzazione. Altri paesi, tuttavia, fra i quali l’Italia, hanno ancora molta strada da fare e l’UE, nel suo insieme, ha bisogno di miglioramenti per essere in grado di competere sulla scena globale.
In questo scenario di grande divario, che vede particolarmente penalizzate le PMI italiane, l’introduzione dell’obbligo generalizzato della fatturazione elettronica BtoB e BtoC ha inevitabilmente dato un importante impulso alla crescita digitale, evidenziato anche dai dati DESI che vedono l’Italia, come uno dei Paesi Europei in cui è maggiormente diffuso il ricorso alla fatturazione elettronica. Anche alla luce delle recenti modifiche introdotte dall’Agenzia delle Entrate al tracciato della fattura utilizzato in Italia, osserviamo una grande opportunità per le PMI italiane che hanno la possibilità di automatizzare l’intero ciclo di lavorazione delle fatture. Quindi non solo la possibilità di gestire l’invio, la ricezione e la conservazione in modo del tutto digitale ma anche la possibilità di implementare processi di elaborazione contabile completamente automatizzati, con notevole riduzione degli oneri amministrativi ed abbattimento degli errori connessi al data-entry.
Al riguardo, Postel – Gruppo Poste Italiane, ha messo in campo un’eccellente soluzione a disposizione delle PMI e dei professionisti in grado di gestire l’intero ciclo “di dialogo” con il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate e di procedere quindi alla conservazione a norma dei documenti transitati sullo SdI. Il servizio, accessibile anche tramite portale web, una volta superata la fase di verifica, consente di accedere ad una sezione di monitoraggio per verificare lo stato di ogni singola fattura ed eventualmente, per quelle scartate, di correggere l’errore e rinviarle.
I vantaggi che possono derivare da una corretta gestione dei flussi documentali sono molteplici, se processati interamente in modo elettronico. Fra i tanti possiamo ricordare: · Riduzione dei costi legati alla gestione degli archivi fisici · Velocità di ricerca (assenza di difficoltà nel reperimento dei documenti) · Garanzia di autenticità ed integrità dei documenti · Riduzione dei possibili errori connessi al data entry · Soluzione a basso impatto ambientale · Possibilità di accesso da remoto ai documenti conservati. Tutto ciò, traducendosi in un aumento della competitività delle imprese italiane sul mercato europeo e mondiale.
di Alessandro Alfano
Commercialista e Socio fondatore AIDR