(FOTO) La Storia di Aversa. L’Acquedotto del Serino

L’acquedotto del Serino, la famosa acqua di Serino tanto buona da bere che sgorgava nei rubinetti della nostra città fino a qualche decennio fa, ha una storia abbastanza singolare. Storia singolare perché rappresenta un altro monumento abbandonato, distrutto, violentato dall’incuria dell’uomo e del tempo ma soprattutto dalla disaffezione tutta aversana.

Il progetto ritrovato presso la biblioteca del comune di Aversa risale al 1892. Alla fine del 1800 arriva l’acqua potabile con l’anno dell’inaugurazione della fontana in Piazza Vittorio Emanuele svolta alla presenza di autorità civili, politiche, religiose ma anche da migliaia e migliaia di cittadini aversani che festeggiavano uno storico evento, un progresso per la città di Aversa.

Orbene le tubature dell’Acquedotto del Serino per Aversa, così come si vedono nel progetto, sono ancora funzionanti in gran parte della città ma purtroppo non più performanti come una volta: infatti basti ricordare come nel primo giorno dell’insediamento del sindaco Enrico De Cristofaro, quest’ultimo dovette far fronte ad un’emergenza idrica dovuta proprio alla frattura di una di queste centenarie condotte come quella in via Diaz o come il famoso ‘colpo del martello’ che ruppe le condutture causando l’allagamento nella zona acquedotto del parco Argo.

Il monumento più bello si trova in zona Cappuccini. Una grandissima vasca da un bellissimo stile architettonico: la presenza delle famose chiavi dell’acqua ove si poteva fornire o togliere l’acqua ad Aversa e ai comuni limitrofi. Ho visitato per la prima volta l’acquedotto nel 2012, all’esterno la famosa scritta ‘Acquedotto di Serino per Aversa’. Entrato all’interno, nonostante l’aria fosse putrescente e puzzolente in quanto viveva un senzatetto, riuscii ad arrivare nei sotterranei: vi erano le vasche, le grandi chiavi dell’acqua con le indicazioni delle condotte, le condotte stesse e la grandissima vasca in cemento. Negli anni solo incuria e abbandono.

Sono ritornato lì dopo 5-6 anni a causa di un incendio che distrusse gran parte della vegetazione della zona. Notai che qualcuno aveva deciso di portare via tutte le ringhiere del secolo scorso, le chiavi dell’acqua (che dovevano essere preservate e custodite) e distrutto gran parte della muratura per perpetrare il furto.

Ancora oggi l’acquedotto del Serino potrebbe essere recuperato e destinato alla storia, alla cultura di questa città ma sappiamo che la storia e la cultura aversana non hanno seguito e mai come in questo momento.

di Stefano Montone

Redazione

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