Giustizia, AIGA: “Dov’è nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza – Next Generation Italia?”
Il Recovery Plan approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 gennaio è un piano ambizioso che dovrà dare attuazione al programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 e rilanciare l’economia dopo la crisi Covid-19, guidato da obiettivi di policy ed interventi connessi ai tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.
Con una dotazione di 222,9 miliardi, il Recovery Plan italiano spazia su diversi progetti per fare dell’Italia un Paese più moderno, più digitale, più sostenibile e più inclusivo.
AIGA, al fine di dare concreta possibilità di attuazione al Piano – ritiene indispensabile la previsione di una normativa che faciliti la capacità di spesa delle ingenti risorse messe a disposizione dall’Unione Europea: l’attuale quadro normativo (ed in particolare il cd. codice degli appalti) e la elefantiaca macchina burocratica rischiano, infatti, di vanificare il raggiungimento degli ambiziosi (quanto indispensabili) obiettivi che il governo si è prefissato di raggiungere attraverso il PNRR.
Per quel che concerne il settore Giustizia, al quale pure il PNRR sembra finalmente dare (ma solo in apparenza)primaria importanza dopo anni di richieste, l’AIGA esprime la propria preoccupazione per il richiamo (quasi integrale…) ai disegni di legge di riforma del processo civile e penale in discussione alle Camere.
“L’AIGA – evidenzia il Presidente Nazionale Antonio De Angelis – manifesta stupore ed amarezza nel constatare che nonostante sul piano formale il PNRR vada nella giusta direzione, sul quello applicativo – allo stato – non sembra capace di individuare in concreto le misure idonee a risolvere le antiche ed irrisolte criticità del sistema giudiziario del Paese”.
Il Piano ha certamente il merito di porre al centro dell’agenda politica il Sistema Giustizia ed i temi sui quali da anni AIGA è intervenuta chiedendo l’adozione di un Piano di riforme organico e di reale modernizzazione: la digitalizzazione e l’uniformità delle procedure; la razionalizzazione e la semplificazione del quadro normativo esistente; il miglioramento dell’organizzazione della macchina giudiziaria e delle condizioni indecorose nelle quali versa l’edilizia giudiziaria; l’(in)efficienza anche energetica dei Palazzi di Giustizia; l’accrescimento delle professionalità e delle competenze specifiche degli operatori del settore, sono solo alcuni dei temi sui quali AIGA – da decenni – ha incessantemente sollecitato l’intervento della politica. La politica negli ultimi trent’anni non ha ritenuto di scommettere sul Sistema Giustizia attraverso investimenti adeguati e si è accontentata di offrire ai cittadini un servizio di scarsa qualità”.
Ed è per questo che – continua De Angelis – “l’AIGA sente il dovere di ribadire le osservazioni già illustrate nel corso dei tavoli tecnici indetti dal dicastero della Giustizia ed i vizi e i difetti del piano di riforme (a costo zero) che appare – specie alla luce del quadro normativo delineatosi per effetto dell’emergenza sanitaria – già vetusto, non più attuale, indifferente rispetto alla centralità del valore umano della persona e dei suoi diritti e rassegnato ad accettare l’attuale mercificazione dei valori di Giustizia e dei Principi di Diritto”.