Idraulici forestali in Campania, interrogazione del consigliere Pierro
Le problematiche dei lavoratori idraulici forestali sul tavolo dell’Assessore Nicola Caputo grazie all’interrogazione a risposta scritta depositata dal consigliere regionale della Lega Attilio Pierro, componente della Commissione Agricoltura della Regione Campania.
“Allo stato attuale – si legge nella richiesta – risultano in forza presso gli Enti Delegati (Comunità Montane) circa 3000 operai idraulici forestali, di cui circa 1600 a tempo indeterminato e circa 1400 a tempo determinato. Risorse indispensabili per la salvaguardia del territorio dai dissesti idrogeologici e dagli incendi, per la pulizia delle strade, la manutenzione dei valloni (i canali d’acqua) e la tutela dell’ambiente. Purtroppo in Regione Campania persistono problemi atavici, le risorse economiche per far fronte alle spettanze degli idraulici forestali, secondo semestre 2020, non sono state erogate e non è stato ancora redatto il piano forestale per gli anni 2021/2023. – spiega Pierro – Inoltre, l’Italia è stata oggetto di apposita messa in mora dalla Commissione Europea per non aver ottemperato alle precedenti disposizioni relative all’eliminazione del precariato nelle pubbliche amministrazioni e quindi alla conseguente stabilizzazione. Considerato anche che non è stato modificato l’art. 30 comma 4bis L. R. 11/96 che vieta nuove assunzioni, ho personalmente richiesto all’Assessore Nicola Caputo quali iniziative intende intraprendere in favore i lavoratori e dei livelli occupazionali e di prendere in considerazione per il prossimo piano forestale della Regione Campania le opportunità legate alla “Forestazione Produttiva”, un concetto ben visto dalla comunità scientifica italiana per diminuire il rischio idraulico attraverso la manutenzione e la pulizia dei boschi demaniali e comunali. Con la suddetta pratica – evidenzia il consigliere della Lega – si può produrre cippato o addirittura pellet, acquisendo anche le ramaglie provenienti da potature dei privati (oliveti, castagneti, agrumeti ecc.) e gli scarti dei boschi che le imprese boschive sono costrette a bruciare. Nel solo Vallo di Diano, a titolo di esempio, ci sono oltre 5000 ettari abbandonati dagli agricoltori sui quali si potrebbe produrre colza mischiata con il cippato che può diventare dell’ottimo pellet. Sostituendo le caldaie a gasolio nei vari Enti con quelle a cippato si otterrebbe un notevole risparmio economico e una riduzione dell’inquinamento atmosferico. Con i fondi europei potremmo sostenere l’acquisto delle adeguate attrezzature per raggiungere l’obiettivo (cippatrici, notocarri, trattori, pellettatrici, ecc.)”.