Il ministro Lamorgese ha presieduto il Comitato nazionale sull’attuazione del piano vaccinale
Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha presieduto al Viminale il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato per un esame dei profili relativi all’attuazione del piano distributivo dei vaccini anti SARS-CoV-2/COVID-19, attraverso uno scambio di informazioni e un punto di situazione sui trasferimenti già effettuati e su quelli in programmazione, presso i siti individuati a livello territoriale. Al Comitato hanno partecipato il viceministro all’Interno, Matteo Mauri, il capo di Stato maggiore della Difesa, i vertici delle Forze di polizia e degli organismi di informazione di sicurezza, il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19.
In relazione al complesso piano di distribuzione dei vaccini, sono state diramate alle Autorità provinciali di pubblica sicurezza specifiche direttive riguardanti l’organizzazione operativa della consegna sulla base del Piano di distribuzione definito dal Commissario straordinario Domenico Arcuri. Nello specifico, è stata data indicazione ai prefetti di definire, in sede di riunioni del Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica allargato alla partecipazione delle competenti autorità sanitarie, le misure ritenute maggiormente idonee a garantire, innanzi tutto, la sicurezza del trasporto presso i siti indicati dalle Regioni.
A tal fine, i servizi a tutela dei convogli destinati ai punti di stoccaggio/somministrazione sono stati ripartiti a livello locale tra le Forze di polizia – in base a un coordinamento interprovinciale, potendo fare ricorso anche all’impiego di personale della Polizia Stradale, in considerazione degli itinerari da percorrere. Analogamente, sono state pianificate apposite misure di sicurezza presso gli stessi siti di stoccaggio e somministrazione dei vaccini, anche attraverso l’eventuale ricorso alla partnership pubblico-privata nonché ai sistemi di sicurezza passiva, a supporto del dispositivo di vigilanza