Napoli. Covid nelle carceri, Di Costanzo: “Rafforzare misure alternative alla detenzione”
“In questi giorni stanno riprendendo anche a Napoli le manifestazioni organizzate dalle famiglie dei detenuti per chiedere più informazioni sulla situazione epidemiologica interna alle carceri e per capire come sono gestite nei centri penitenziari le misure di contenimento della pandemia. Un focolaio è esploso pochi mesi fa a Poggioreale con oltre 90 positivi accertati, una situazione molto simile la si osserva oggi a Secondigliano dove i contagiati sono già una sessantina. E il sovraffollamento carcerario si conferma il miglior alleato del virus”. Ad affermarlo è Vincenzo Di Costanzo, esponente dell’esecutivo metropolitano di Articolo Uno Napoli.
“Le scelte di criminalizzazione dell’immigrazione irregolare e delle droghe leggere operate negli ultimi venti anni dai Governi di centrodestra hanno avuto un impatto devastante sulle carceri italiane. A fine 2020, nonostante le numerose misure varate dall’attuale Governo per evitare il proliferare della pandemia negli istituti penitenziari, le case circondariali di Poggioreale e Secondigliano ospitavano ancora un totale di 632 detenuti in più rispetto alla loro capienza regolamentare. Il tasso di affollamento delle carceri campane si aggira intorno al 120%: un dato davvero inaccettabile in un periodo di emergenza sanitaria! A Poggioreale nel momento di maggiore crisi sono state create delle aree di isolamento per i detenuti che presentavano sintomi. A Secondigliano due settimane fa l’intera popolazione carceraria è stata sottoposta a tampone. Il problema, tuttavia, è a monte e non può più essere ignorato ora che la pandemia sta mettendo a nudo tutte le criticità del “pianeta carcere”. In carceri sovraffollate è impossibile realizzare la funzione rieducativa della pena, lo dimostrano anche le statistiche. Si metta mano alla riforma dell’ordinamento penitenziario e soprattutto si rafforzino le misure alternative alla detenzione, molto più efficaci in termini di reinserimento sociale e certamente più adatte al contenimento della pandemia”.