Raccolta rifiuti, Uniti per Cesa: “E’ arrivato il momento di fare chiarezza”

“Ancora una volta i cittadini di Cesa non hanno potuto usufruire di un dignitoso e regolare servizio di raccolta dei rifiuti, che pagano profumatamente. La raccolta è stata nuovamente effettuata a singhiozzo e molte strade si presentano sporche e piene di sacchetti anche questa mattina. Abbiamo letto una breve nota del primo cittadino, con la quale si tenta di ridurre il problema ad una questione interna tra ditta e lavoratori, facendo passare il Comune quasi per uno spettatore incolpevole di uno spettacolo non solo già andato in onda troppe volte ma anche ampiamente preannunciato. I lavoratori del cantiere di Cesa, si trovano ad operare in condizioni proibitive. La procedura di raffreddamento non è frutto di un capriccio ma di una condizione di sofferenza che si protrae da molto tempo”. Così il gruppo politico e consiliare Uniti per Cesa.

“Fin dall’inizio dell’affidamento, come è stato più volte denunciato dai lavoratori e dalle sigle sindacali, la GPN non ha garantito le più elementari norme di sicurezza e igiene sul lavoro (spogliatoi, docce, vestiario adeguato, e servizi igienici). Inoltre, l’azienda, in più occasioni non ha pagato con puntualità gli stipendi ai dipendenti che oltre a dover mettere il piatto a tavola, devono anche pagare le tasse come tutti nella loro veste di cittadini-contribuenti. Tra le altre cose, l’attuale capitolato di appalto del Comune di Cesa prevede una forza lavoro composta di 12 unità, mentre, allo stato attuale per effetto di pensionamenti e/o decessi la forza lavoro si è ridotta a n. 9 unità. È dunque necessaria, per una corretta esecuzione dei servizi, la integrazione del personale mancante, attivando tutte le procedure dettate dalla Legge Regionale n. 14/2016 che prevede la ricollocazione del personale dipendente facente parte dei consorzi unici di bacino. Infine, anche se qualcuno probabilmente fa finta di non ricordarlo, le Amministrazioni Comunali che concedono appalti per servizi pubblici hanno un preciso dovere di controllo e garanzia stabilito dalla legge, (art. 36 L.300/20.05.1970), e devono comunicare eventuali inadempienze dell’appaltatore alla Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché, accertati i fatti, si possa anche decidere di escludere l’azienda dalla partecipazione a futuri appalti. Il sindaco dovrebbe garantire non solo lo svolgimento del regolare servizio d’igiene sul territorio ma anche la corretta applicazione delle norme a garanzia dei diritti dei lavoratori dei cantieri. A fronte di disservizi e di inadempienze perduranti, che stanno arrecando danni ai cittadini di Cesa, dovrebbe essere presa seriamente in considerazione l’idea di rescindere il contratto all’azienda”.

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Redazione

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