Sport, Moretta: “Nuovi modelli organizzativi per prevenire infiltrazioni”

“L’applicazione della legge 231/2001 alle società sportive, in particolare quelle operanti nel mondo del calcio, impone l’adozione di nuovi modelli organizzativi per tutelare le stesse da rischi di infiltrazioni malavitose che, specie nel Sud del Paese, assumono contorni preoccupanti. In quest’ottica il ruolo dei commercialisti riveste assoluta centralità nell’indicare alle aziende i percorsi adatti a cautelarsi da azioni di responsabilità con rischi di carattere economico, amministrativo e penale”. Queste le parole del presidente dell’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Napoli, Vincenzo Moretta, in apertura del webinar “Il modello 231/2001 nello sport – Le soluzioni per la gestione dei rischi”.

“Su questo fronte – prosegue Moretta – occorre arrivare anche a una uniformità sull’intero territorio nazionale dell’applicazione delle norme. Oggi i tribunali di Torino e Milano sono molto avanti nell’affrontare il tema dell’immobilizzo delle società di capitali, e serve che la stessa attenzione sia rivolta anche da tutti gli altri consessi giurisdizionali”.

Un’attenzione ribadita anche da Sergio Roncelli, presidente del CONI Campania: “C’è bisogno che tutte le società sportive, non solo quelle protagoniste del mondo del calcio, adottino modelli organizzativi idonei a garantirne la correttezza e la trasparenza delle attività. In questo senso la collaborazione con l’Ordine dei commercialisti, che va avanti da lungo tempo, è determinante per tracciare nuovi percorsi all’insegna del rispetto delle norme e dell’efficienza delle organizzazioni. Motivo per il quale ringrazio l’Odcec Napoli è per essere sempre vicino al mondo dello sport”.

Per Giuseppe Visone, sostituto procuratore DDA di Napoli: “La questione della legge 231 è interessante anche perché, a partire dal 2019 con la legge 39, diventa di pregnante attualità per le società sportive facendo da monito per le stesse a strutturarsi per impedire il determinarsi di alcune situazioni di pericolo. Le normative in questione insieme alle norme sui reati fiscali danno vita a una chiamata alle armi delle società che manifestano una arretratezza dal punto di vista strutturale che non hanno figure di riferimento per poter far fronte a situazioni spiacevoli”.

A sostegno delle società sportive la Commissione Sport ha analizzato i processi di “gestione e contabilità delle strutture sportive – ha sottolineato Arcangelo Sessa, vicepresidente dell’Odcec Napoli – con focus operativi sul modello della legge 231 da applicare con l’ausilio dei professionisti. Uno strumento che può essere applicato per tutte le realtà che coinvolgono migliaia di giovani e che vanno tutelate per lanciare un segnale forte in favore dello sport, quello vero, sano e corretto e non solo per chi è attivo nel mondo del calcio ma anche per tutte le società che praticano altre discipline sportive”.

Apporto confermato anche da Marilena Nasti presidente della Commissione Sport Odcec Napoli: “Gli argomenti legati all’applicazione della legge 231/2001 sono trasversali e toccano tanti aspetti della vita delle società sportive interessandone non solo l’esigenza di tutela e organizzazione ma anche il loro stesso valore. Una società sana, con infrastrutture e ruoli ha un valore aggiunto di rilievo”.

All’incontro on line hanno partecipato anche Immacolata Vasaturo (consigliere tesoriere dei commercialisti partenopei), Luigi Maria Rocca (Presidente Unica ODV 231), Raffaele Carlino (presidente Napoli Calcio Femminile Carpisa Yamamay), Ivan Simeone (Componente Tribunale federale Figc Campania), Fabrizio Buonocore (Vicepresidente Commissione Sport), Ciro Santoriello (magistrato di Torino).

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Redazione

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