Villa Literno. Sequestro di persona a scopo estorsivo: assolti e scarcerati
Lacrime di gioia alla lettura del dispositivo di sentenza emessa dal Gip di Napoli oggi, 11.01.2021, che ha dichiarato non colpevoli perché il fatto non sussiste due uomini e una donna di Villa Literno imputati del gravissimo reato di sequestro di persona a scopo estorsivo, di competenza della DDA, punito fino a 30 anni di reclusione.
I tre erano detenuti da 10 mesi (2 di loro in carcere e uno agli arresti domiciliari) con la gravissima accusa di aver segregato il 7 marzo 2020 presso la loro abitazione per un giorno una donna e sua figlia minore di 10 anni con la minaccia di non liberarle fino alla consegna di mille euro o altrimenti la donna sarebbe stata costretta a prostituirsi.
Accolta la tesi difensiva dell’Avv. Giuseppe Andreozzi di Aversa, legale di tutti e tre gli imputati, secondo cui non poteva ritenersi consumato il reato contestato atteso che le due asserite persone offese durante il periodo di presunto sequestro, non avevano subito alcun tipo di violenza fisica e su stessa ammissione, non avevano mai tentato la fuga e non gli era mai stata negata la possibilità di andare via ove fosse stato da loro richiesto; inoltre esse non erano mai state private della possibilità di uso dei cellulari. Addirittura erano uscite insieme ai due uomini “aguzzini” per andare a prendere un caffè al bar del paese senza sfruttare quell’occasione per invocare aiuto o per rinchiudersi nella toilette del locale per mettersi in sicurezza.
Non trascurabili sono stati i passaggi dell’incidente probatorio in cui la presunta vittima aveva altresì ammesso di essere stata spinta a sporgere denuncia con le gravi accuse a carico dei tre, dalla forte gelosia della relazione tra l’uomo e la donna imputati, del primo dei quali ella era innamorata.
Nonostante i fatti così come descritti incrinavano la gravità indiziaria fin dall’inizio di tale vicenda giudiziaria, gli imputati si erano visti negare la libertà in precedenza prima dal Giudice per le indagini preliminari e poi dal Tribunale del Riesame di Napoli.